- Biden aveva detto che Cuba non era una sua «top priority». Non occuparsene è il sogno di qualunque inquilino della Casa Bianca, visto che sul piccolo vicino di casa caraibico non ce n'è uno che abbia azzeccato qualcosa.
- Ora invece manda segnali di voler mantenere la linea dura di Trump, parla delle manifestazioni come «un evidente desiderio di libertà dopo decenni di repressione e sofferenza economica a causa di un regime autoritario».
- La storia ci ricorda che nelle due precedenti grandi ondate di malcontento popolare, Fidel Castro rispose provocando un serio problema agli Usa e cioè lasciando partire da Cuba tutti coloro che lo volessero.
E adesso Biden? Cosa farà l’ex sleepy Joe davanti al più duraturo e ingarbugliato problema di politica estera degli Stati Uniti d’America? Le manifestazioni di piazza scoppiate domenica a Cuba – se non del tutto inattese, di proporzioni inedite – costringono ora il presidente Usa a tirar fuori dal cassetto un dossier che aveva volutamente dimenticato. L’ultima volta che se n’era parlato, lo scorso marzo, Biden aveva detto che Cuba non era una «top priority». Se non succede nulla meglio così, in



