È di 14 morti il bilancio delle vittime degli attacchi di questa notte sferrati dalle truppe russe contro le città ucraine di Dobropillya, nella provincia di Donetsk, e di Bogodukhov, nella provincia di Kharkiv, nell'Est del Paese. I feriti sono 37, tra cui cinque bambini.
Anche Odessa è stata attaccata da droni, che hanno provocato incendi. Secondo le forze armate ucraine, nella notte tra venerdì e sabato la Russia ha attaccato le regioni di Donetsk, Kharkiv, Poltava, Sumy e Odessa.

Secondo il Telegraph le forze ucraine starebbero valutando di ritirarsi dalla regione russa di Kursk, dove 10mila soldati sono a rischio di accerchiamento.

Un sergente ucraino, comunicando con il Telegraph «per mezzo di una fragile connessione telefonica», ha affermato: «Vogliamo evitare perdite. La paura dell'accerchiamento è reale». Altri militari ucraini hanno raccontato al Kyiv Independent ieri che la Russia ha distrutto le loro catene di approvvigionamento per munizioni e cibo e che stavano affrontando l'accerchiamento.

Zelensky: «L’attacco russo a Dobropilia è spregevole e disumano»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato come «spregevole e disumano» l'attacco russo di ieri sera alla città di Dobropilia, nella regione orientale di Donetsk, che ha causato almeno dodici morti e trenta feriti e in cui le forze russe hanno attaccando i servizi di soccorso accorsi sul posto.

»Ieri sera, l'esercito russo ha lanciato due missili balistici al centro di Dobropilia, nella regione di Donetsk. Dopo che i nostri servizi di emergenza sono arrivati sulla scena, hanno lanciato un altro attacco, prendendo deliberatamente di mira i soccorritori. Questa è una tattica di intimidazione spregevole e disumana usata fin troppo spesso dai russi», ha scritto il presidente ucraino in un post su Facebook. «Questi attacchi dimostrano che gli obiettivi della Russia non sono cambiati».

Mattarella: «Dalla Russia pericolosa narrativa nucleare»

«La Federazione Russa, in particolare, si è fatta promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare, a cui si aggiungono il blocco dei lavori del trattato di non proliferazione, il ritiro dalla ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e le minacce rivolte all'Ucraina, instillando l'inaccettabile idea che ordigni nucleari possono divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti, come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale. La Repubblica Italiana condanna fermamente queste derive pericolose». Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella incontrando il presidente di Nihon, Hidankyo Toshiyuki Mimaki e l'Associazione Hidankyo dopo la visita al Memoriale della Pace di Hiroshima, in Giappone. 

Per il Presidente: «occorre ribadire con determinazione inequivocabile che una guerra nucleare non può essere vinta da alcuno e non deve mai essere combattuta. Le potenze nucleari, soprattutto quelle che siedono quali membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non possono esimersi da rispettare gli obblighi che hanno concorso a definire»

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