Gli europesiti hanno vinto il referendum sull’ingresso nell’Unione per poche migliaia di voti, tra accuse reciproche di brogli e interferenze. Per l'allargamento dell’Ue è un segnale d’allarme. Sabato una nuova sfida con le elezioni in Georgia
Gli europeisti di tutto il continente hanno tirato un sospiro di sollievo quando per poche migliaia di voti il referendum per inserire nella costituzione Moldava l’obbligo di cercare l’ingresso nell’Unione europea è passato per un soffio. Fino a notte inoltrata, il fronte dei sì sembrava destinato a una netta sconfitta, tanto che la presidente, Maia Sandu, aveva accusato gruppi criminali in combutta con potenze straniere (leggi: la Russia) di interferenze senza precedenti e aveva promesso una du



