«Quarantré anni fa, gli Stati Uniti hanno promesso di stare con Taiwan, oggi la nostra delegazione è venuta per mettere in chiaro che non abbandoneremo il nostro impegno». Così la speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha salutato la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen.

Nancy Pelosi è atterrata nell’isola ieri sera per un controverso viaggio che ha causato un forte aumento delle tensioni con la Cina. Formalmente gli Stati Uniti adottano la cosiddetta pratica della “unica Cina”: dal punto di vista diplomatico riconoscono solo la Repubblica popolare cinese con capitale Pechino, mentre non hanno rapporti formali con Taiwan.

In pratica, però, gli Stati Uniti sostengono l’indipendenza di Taiwan dalla Cina in varie forme, tra cui la vendita di armi per l’autodifesa. Pelosi appoggia da lungo tempo la politica dell’isola ed è il più importante politico americano a visitare l’isola in anni recenti.

In risposta al suo arrivo, il governo cinese ha annunciato diverse esercitazioni militari tutto intorno all’isola di Taiwan. Pechino considera la visita di Pelosi una grave provocazione e ha annunciato che non intende restare «con le mani in mano». Questa mattina, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha alzato ulteriormente la tensione, dichiarando che che «offende Pechino» sarà «punito».

Un gruppo sconosciuto di hacker ha attaccato la rete di una serie di negozi di elettronica mostrando sui monitor delle Tv in vendita il messaggio: «La guerrafondaia Pelosi fuori da Taiwan».

L’incontro

Al suo arrivo nell’isola Pelosi è stata accolta da numerosi politici taiwanesi, manifestanti in suo sostegno e contestatori venuti per accusarla di aver organizzato un viaggio provocatorio.

Nel suo incontro con la presidente Tsai, trasmesso in diretta, Pelosi ha definito l’isola «una fonte di ispirazione per tutti i popoli che amano la libertà. Il mondo – ha aggiunto – deve far una scelta tra democrazia e autocrazie. La decisione dell’America di proteggere la democrazia qui a Taiwan è granitica».

La presidente Tsia ha risposto dicendo che Taiwan rimane «un affidabile partner degli Stati Uniti», aggiungendo che l’isola sta subendo un aumento delle «minacce militari», ma che in ogni caso «non abbasseremo la testa: Taiwan farà qualsiasi cosa per aumentare le sue capacità di autodifesa».

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