Il capo del gruppo paramilitare Wagner, Evgenij  Prigožin, non è più a Minsk ma a San Pietroburgo. Lo ha detto stamattina il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, in un incontro con giornalisti stranieri e locali.

L’agenzia di stampa bielorussa Belta ha riportato che Lukashenko ha anche affermato che è inutile fargli domande su Wagner perché si tratta di una compagnia russa che non risponde al suo paese. Il presidente ha comunque specificato che i combattenti della brigata Wagner si trovano tutti nelle loro basi militari – che potrebbero essere o nell’Ucraina dell’est o nella regione russa di Krasnodar – «per riposarsi, ottenere cure mediche e altro» dove si erano già ritirati appena lasciato il fronte. Recenti immagini satellitari hanno mostrato nuovi accampamenti vicino a una pre esistente base militare vicino Minsk, non ci sono dati certi.

La Bbc a fine giugno ha rilevato che il jet privato di Prigožin stava volando verso la Bielorussia, ma era tornato in Russia nella stessa sera. Da quel momento il suo aereo ha viaggiato più volte tra Minsk, San Pietroburgo e Mosca, anche se non è chiaro se il capo della Wagner fosse sempre a bordo.

Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha risposto alle dichiarazioni di Lukashenko dicendo che Mosca non sa dove si trovi Prigožin perché «non le interessa seguirne i movimenti». Secondo il think thank statunitense Institute of war per il momento il presidente russo, Vladimir Putin, non ha intenzione di uccidere il leader del gruppo Wagner perché ha ancora molti seguaci nella popolazione e la sua uccisione lo trasformerebbe in un «martire». Inoltre Putin storicamente ha eliminato i suoi avversari politici con accuse giudiziarie e processi pretestuosi piuttosto che eliminandoli fisicamente.

La perquisizione

Ieri sera al programma “60 minuti” che va in onda ogni settimana sul canale russo “Russia 1” è stato mostrato quello che è stato descritto come un «filmato esclusivo» girato durante i raid delle forze dell’ordine nell’ufficio di Prigožin a San Pietroburgo e in una delle sue proprietà. 

Il conduttore del programma, il propagandista Yevgeny Popov, ha definito Prigožin «un traditore» e il filmato è stato presentato dal giornalista Eduard Petrov come prova del passato criminale del capo della Wagner e dell’ipocrisia nel denunciare la corruzione nelle forze armate russe. Petrov ritiene che «la creazione dell’immagine di Yevgeny Prigožin come eroe del popolo sia stata fatta dai media alimentati da lui stesso». La scorsa settimana Mosca ha iniziato a smantellare il grande impero imprenditoriale di Prigožin, chiudendo in primis alcuni dei suoi canali mediali.

Associated Press/LaPresse

Nel filmato andato in onda si vedono scatole piene di rubli di grosso taglio presenti all’interno dell’ufficio di Prigožin, mentre all’interno della sua lussuosa residenza di c’erano grandi pacchi di dollari. Inoltre, in tv sono stati mostrati anche un deposito di armi, una sala medica e una collezione di mazze, strumento che gli uomini di Wagner avrebbe usato per colpire a morte i traditori nei video pubblicati online.

La rivale di Lukashenko

Svetlana Tikhanovskaya – la vincitrice delle ultime elezioni bielorusse – ha detto che parteciperà a un incontro al vertice della Nato che si terrà a Vilnius. Tikhanovskaya si trova in esilio da tre anni, è stata costretta a scappare dopo le accuse di brogli elettorali da parte di Lukashenko, e andrà all’incontro dell’Alleanza atlantica per allertare gli stati membri sui pericoli che il presidente bielorusso rappresenta per i confini europei.

Un tema importante che verrà sollevato a Vilnius è proprio l’arrivo dei mercenari Wagner in Bielorussia. Per la rivale di Lukashenko, la brigata «non lo renderà più potente» perché quest’ultimo non ha il potere di controllarla e «come Prigožin è passato da amico a minaccia per Putin, così potrebbe esserlo per lo stesso Lukashenko».

Tikhanovskaya in realtà non è sicura che i mercenari della Wagner siano già sul territorio bielorusso, ma è certa della costruzione delle basi militari che dovranno ospitarli.

La rivale ha aggiunto che queste basi sono molto vicine al confine con l’Ucraina «come se si stesse preparando un’incursione dal confine nord, che però non è più indifeso come l’anno scorso» Per quanto riguarda Prigožin secondo lei potrebbe «trovarsi in Africa», ma non ha notizie certe.

© Riproduzione riservata