«L’operazione militare speciale della Russia in Ucraina procede secondo i piani». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa, dopo l’incontro bilaterale di ieri con l’omologo bielorusso, Alexandr Lukashenko. I due si sono incontrati al cosmodromo di Vostochny, in Russia, per la Giornata mondiale del volo umano nello spazio, dedicata al russo Jurij Gagarin.

I colloqui hanno confermato la solida cooperazione tra i due paesi: «La Bielorussia resterà sempre al fianco della Russia, in qualsiasi modo evolva la situazione», ha assicurato Lukashenko. Putin ha specificato che i russi, i bielorussi e gli ucraini «sono un unico popolo in tre». Per questo «quanto sta succedendo in Ucraina è una tragedia», ha detto alla stampa, ma «la Russia non aveva altra scelta».

I negoziati, secondo Putin, «sono cominciati in buona parte grazie a Lukashenko», ma gli ucraini li avrebbero spinti «in un vicolo cieco». Vista la stretta collaborazione con Minsk, le autorità ucraine ritengono che ci sarebbe una maggiore probabilità di un attacco russo dalla Bielorussia rispetto alla Transnistria. Secondo l’intelligence britannica, «le forze russe continuano a ritirarsi dalla Bielorussia per ridispiegarsi a sostegno delle operazioni in Ucraina orientale».

Le operazioni russe

Il presidente russo ha poi annunciato che le operazioni militari proseguiranno finché non verranno raggiunti gli obiettivi o finché non ci saranno negoziati accettabili, precisando che la Russia vuole ridurre al minimo le perdite e si sta perciò muovendo con cautela.

Secondo il ministero della Difesa britannico, gli sforzi militari si stanno concentrando vicino a Donetsk e Luhansk con ulteriori combattimenti intorno a Kherson e Mykolaiv e una nuova spinta verso Kramatorsk. I bombardamenti russi hanno colpito le città di Severodonetsk, Lysychansk, Kreminna, Novodruzhesk e Rubizhne, uccidendo civili e distruggendo almeno 12 edifici residenziali.

È stata poi avvistata una colonna di mezzi militari vicino a Matveev Kurgan, in Russia, in direzione della regione del Donbass. «Il principale obiettivo è aiutare le persone nel Donbass, che noi abbiamo riconosciuto, e lo dovevamo fare perché le autorità di Kiev, incoraggiate dall’occidente, si rifiutavano di attuare gli accordi di Minsk per una risoluzione pacifica dei problemi del Donbass», ha aggiunto il presidente russo.

Mariupol

A Mariupol, città portuale del sud-est dell’Ucraina, sotto assedio da 47 giorni, stanno scarseggiando cibo e munizioni. Il sindaco, Vadym Boychenko, ha accusato le forze di occupazione di aver impedito l’arrivo in città di convogli umanitari e ha sottolineato che il bilancio dei civili uccisi dall’inizio dell’occupazione potrebbe arrivare a superare i 20mila. È stata colpita anche la sede della Caritas locale da un carro armato russo e sono morte sette persone, che si stavano rifugiando nel centro.

Due di loro erano dello staff. Dopo l’allarme lanciato lunedì dal battaglione Azov – e smentito dai russi – sulle sostanze chimiche lanciate sui civili con l’utilizzo dei droni, anche la parlamentare ucraina Ivanna Klympush e il vicesindaco della città hanno parlato dell’uso di armi chimiche. Non ci sono però ancora prove che lo confermino.

 

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