La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di cui è membro permanente, «da tenersi l'11 agosto, in relazione agli ultimi attacchi ucraini alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e alle possibili conseguenze catastrofiche». È quanto ha rivelato una fonte della missione russa all'Onu all'agenzia Tass.

La riunione porterebbe lo scontro tra Kiev e Mosca a un altro livello: durante i sei mesi di conflitto, la centrale è stata attaccata diverse volte e anche negli ultimi giorni Ucraina e Russia si sono accusate reciprocamente di aver bombardato l’impianto. L’Onu aveva già avvertito sui rischi di operazioni simili: «Qualsiasi attacco contro una centrale nucleare è un suicidio». 

Gli scontri

Il sito, il più grande d’Europa con i suoi sei reattori, è collocato a sudest del paese, nella zona vicina al fiume Dnepr che divide l’Ucraina e delimita la zona dei combattimenti. La situazione è così preoccupante che negli ultimi giorni uno dei reattori è stato spento ed è stata ridotta la potenza di altri due.

Nella notte tra il 3 e il 4 marzo, truppe russe hanno occupato l’area dopo un breve scontro in cui un edificio adibito ad uso da parte del personale ha preso fuoco. Da allora, l’esercito russo ha costruito una base nei pressi della centrale e in almeno un’occasione, il 19 luglio, gli ucraini hanno attaccato le truppe stazionate nelle vicinanza degli edifici. Secondo gli occupanti russi, nuovi attacchi ucraini si sarebbero verificati negli ultimi giorni.

Lo scorso 6 agosto, poi, uno dei reattori ancora funzionanti si è disconnesso dalla rete e ha attivato il suo sistema di protezione a causa di un bombardamento nei pressi della centrale il giorno precedente. L’episodio è stato confermato dall’Agenzia nucleare internazionale (Aiea).

I rischi

Il timore è quello che un incidente possa scatenare un grosso inquinamento di radiazioni nella zona. Per questo le Nazioni unite chiedono da tempo che una squadra di esperti possa controllare lo stato dell’impianto. Ma anche inviare una spedizione di tecnici è difficile: i russi l’accetterebbero, mentre per gli ucraini rappresenterebbe un’accettazione implicita dell’occupazione russa della zona. 

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