La mattina del 9 maggio, sul sito del quotidiano online russo Lenta.ru, è stata pubblicata una serie di articoli contro l’invasione russa dell’Ucraina e contro il presidente Vladimir Putin. «L’élite russa è malata di nepotismo e adulazioni», «La Russia ha completamente distrutto Mariupol», «Le autorità russe hanno vietato ai giornalisti la critica», «Vladimir Putin ha mentito sui piani della Russia in Ucraina». Questi alcuni dei titoli pubblicati senza un accordo con la leadership – precisava un disclaimer che accompagnava gli articoli – poi rimossi dall’homepage ma lasciati in archivio. E ancora, «La guerra rende più facile nascondere i fallimenti dell’economia. Putin deve andarsene. Ha scatenato una guerra insensata e sta portando la Russia nell’abisso», pubblicato alle 00.01 e poi sostituito da un altro articolo titolato «Vittoria aliena. Perché alla vigilia del 9 maggio nei paesi dell’ex Urss hanno demolito monumenti e cancellato eventi festivi».

Egor Polyakov, che lavora a Lenta.ru dal 2017 e dal 2019 è caporedattore della sezione Economia e Home, ha precisato, pubblicando una dichiarazione scritta, che non si tratta di un attacco hacker ma che è una decisione sua e della collega Alexandra Miroshnikova. 

La dichiarazione

«La ragione principale è la coscienza», scrive Polyakov, che prende una posizione netta sul conflitto: «Credo che tutti gli oppositori della guerra ora debbano unirsi, indipendentemente dalle loro opinioni», dice. Il giornalista racconta che hanno deciso di selezionare una quarantina di fatti chiave e notizie che i media russi hanno censurato, cercando di raccontarli «nel modo più dettagliato possibile tentando di non cadere nella “propaganda al contrario”», si legge nella dichiarazione ripresa da The InsiderZona media

Una «decisione consapevole», spiega il giornalista, «che è stata presa relativamente tanto tempo fa, ma non è stato possibile implementarla rapidamente». «Credo di poter dire che non lavoriamo più a Lenta», conclude Polyakov.

Contro i media pro-cremlino

Il giornalista di Lenta ha poi raccontato che nelle chat interne del sito di informazione si è creato «panico» e una «discussione sul problema della ricerca» online. The Insider racconta inoltre che su alcuni canali della Smart tv nelle descrizioni dei programmi russi è apparsa un’iscrizione contro la guerra: «Il sangue di migliaia di ucraini e di centinaia dei loro bambini assassinati è nelle tue mani. La tv e le autorità mentono. Niente guerra», recitava il messaggio su Mts tv, Ntv-plus, Rostelecom.

I media pro-Cremlino, come riporta The Insider, dopo l’invasione dell’Ucraina hanno licenziato in massa i dipendenti che non erano d’accordo con la censura relativa alla guerra. Contro la narrativa dei canali di informazione russi, la giornalista di Channel One Marina Ovsyannikova il 14 marzo era apparsa in diretta per alcuni secondi durante il telegiornale con un cartello con la scritta «No war. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo. Russians against the war». Ovsyannikova era stata arrestata e multata ma è stata poi presa come corrispondente freelance dal giornale tedesco Die Welt.

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