Almeno cento civili sono stati uccisi in Sudan nel corso degli scontri tra le forze armate e il gruppo paramilitare Rsf. I combattimenti sono iniziati venerdì nella capitale Khartoum, ma si sono estesi anche ad altre aree del paese. In città si continuano a sentire colpi d’arma da fuoco, mentre aerei da combattimento dell’esercito colpiscono le posizioni del Rsf. 

Dopo tre giorni di combattimenti non è chiaro chi sia in vantaggio ed entrambi i contendenti rivendicano di controllare edifici chiave nella capitale e in altre località strategiche. Immagini satellitari mostrano i pesanti danni subiti da una serie di edifici come il quartier generale delle forze armate e l’aeroporto di Khartoum.

I ministri degli Esteri dei paesi del G7 riuniti a Tokyo e una lunga serie di leader regionali hanno fatto appello per un cessate il fuoco.

Dall’ultimo colpo di stato, avvenuto nell’ottobre del 2021, il Sudan è governato da una giunta militare. L’attuale scontro vede contrapposte le due figure più influenti del paese: il generale Abdel Fattah al Burhan, comandante in capo delle forze armate e presidente di fatto del paese, e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, leader del gruppo Rsf e suo principale rivale.

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