Msf parla di 131 morti negli attacchi di Al-Maghazi e Al-Bureij. Dopo l’uccisione del generale Mousavi in Siria, il presidente Raisi minaccia Israele: «Il conto alla rovescia è iniziato». La denuncia della Mezzaluna rossa: colpita la nostra sede
Un Natale di sangue a Gaza dove centinaia di civili hanno perso la vita nell’attacco israeliano nei campi profughi di Al-Maghazi e Al-Bureij. Medici senza frontiere parla di 131 morti e 209 feriti. Per il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas (e della cui affidabilità avevamo scritto qui), dal 7 ottobre gli attacchi israeliani hanno provocato la morte di 20.674 persone e il ferimento di altre 54.536. Secondo la stessa fonte, a Natale sarebbero stati uccisi 250 palestinesi.
E’ dunque strage di Natale a Gaza, con uno degli attacchi più sanguinosi delle ultime settimane. Proprio ieri papa Francesco nel suo messaggio di Natale aveva sottolineato che gli attacchi israeliani a Gaza stanno provocando un «raccolto spaventoso» di civili innocenti, tornando a chiedere l’immediato cessate il fuoco e «una soluzione alla disperata situazione umanitaria attraverso l'apertura alla fornitura di aiuti umanitari».
Al momento, però, il cessate il fuoco sembra lontano. Hamas e la Jihad islamica hanno respinto il piano egiziano che proponeva di cedere il potere nella Striscia in cambio di una tregua permanente. Entrambi i gruppi, che hanno avuto colloqui separati con i mediatori egiziani al Cairo, hanno rifiutato di offrire qualsiasi concessione oltre al possibile rilascio di altri ostaggi sequestrati il 7 ottobre.
Oggi il ministro della Difesa Yoav Gallant è tornato a far squillare le trombe di guerra dicendo che Israele si trova nel mezzo di una guerra su sette fronti, che sarà una guerra lunga e che avrà un prezzo molto alto: «Siamo in una guerra in più arene, siamo attaccati da sette settori diversi: Gaza, Libano, Siria, Israele, Iraq, Yemen e Iran», ha detto Gallant alla Commissione affari esteri e difesa secondo quanto riferisce il Jerusalem Post. «Siamo stati brutalmente e barbaramente attaccati per scoraggiarci dal vivere qui. Dobbiamo chiarire che chiunque farà un gesto del genere verrà punito. Che ci gliano mesi o anni, questa faccenda sarà chiusa».
«La guerra andrà avanti ancora per molti mesi», ha fatto eco il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi.
In questo quadro, il presidente iraniano Raisi giura vendetta dopo l’uccisione del generale Mousavi in Siria: lo Stato ebraico dovrebbe iniziare «il conto alla rovescia», alludendo chiaramente a una ritorsione da parte di Teheran. Lo riferisce Haaretz.
Intanto nella giornata di Santo Stefano la Mezzaluna Rossa palestinese ha denunciato che il suo quartier generale è stato preso di mira dall'artiglieria israeliana. Un numero imprecisato di sfollati sarebbe rimasto ferito. Nella stessa giornata la società palestinese di telecomunicazioni Paltel ha annunciato un nuovo taglio delle telecomunicazioni nella Striscia di Gaza, il quarto dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre.
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