Una folla di persone fugge cercando di mettersi in salvo. Qualcuno è ancora in acqua mentre in molti corrono sulla spiaggia, in sottofondo si sentono sirene e spari. È il contenuto di uno dei video che riprende i momenti di paura dell’attentato avvenuto a Bondi Beach, vicino a Sidney, Australia. C’erano almeno 2mila persone riunite per celebrare il primo giorno della festività ebraica di Hanukkah. Il bilancio è di 12 morti, tra cui il rabbino della città, Eli Schlanger, e almeno 29 feriti.

L’attentato

Erano circa le 18:40 quando alcuni testimoni hanno visto scendere da una macchina due uomini armati con grossi fucili semiautomatici e vestiti di nero. Posizionandosi a un centinaio di metri di distanza dal litorale hanno iniziato a sparare all’impazzata sulla folla. La polizia ne ha ucciso uno mentre il secondo è stato trasportato in ospedale in terapia intensiva. Gli agenti stanno ancora cercando di verificare se fosse coinvolto un terzo aggressore. Il commissario di polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, ha autorizzato poteri speciali per permettere alla polizia di trovarlo e impedirgli di agire. Uno degli attentatori, come confermato dal direttore generale dell’intelligence australiana, Mike Burgess, era presente nelle liste di sorveglianza anche se non era considerato «una minaccia immediata».

Alcuni testimoni presenti al momento dell’attacco raccontano di aver creduto per qualche istante che si trattasse di fuochi di artificio. Le persone erano come paralizzate e non sapevano cosa fare. A impedire che la strage assumesse dimensioni peggiori è stato Ahmed al Ahmed, 43 anni, anche lui ferito con due colpi al braccio e identificato dai media locali.

Era nei pressi della spiaggia quando ha sentito gli spari. Un video lo riprende mentre si avvicina lentamente a uno degli attentatori. Lo si vede attendere il momento giusto per poi saltargli al collo e disarmarlo. Il terrorista a quel punto cade a terra mentre Ahmed gli punta il fucile e decide di non sparare, preferendo attirare l’attenzione della polizia. Intanto il secondo attentatore, poco distante, continua a fare fuoco all’impazzata sui bagnanti ancora in fuga.

Attacco alla comunità ebraica

È stato un «attacco progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney», ha detto il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns. Dall’inizio del conflitto israeliano a Gaza il 7 ottobre 2023, l’Australia ha subito diversi attacchi antisemiti contro sinagoghe e edifici legati al mondo ebraico. L’ultimo evento era stato il 25 maggio 2024 quando a Melbourne la più grande scuola ebraica d’Australia era stata imbrattata con graffiti antisemiti. Lo stesso era accaduto il 13 ottobre fuori da una panetteria, mentre il 20 ottobre era stato incendiato un ristorante kosher.

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha garantito alla comunità ebraica tutte le risorse necessarie. «Si tratta di un attacco mirato contro gli ebrei australiani il primo giorno di Hanukkah, che dovrebbe essere un giorno di gioia. È un atto malvagio, antisemita e terroristico che ha colpito il cuore della nostra nazione», ha dichiarato. «Un attacco contro gli ebrei australiani è un attacco contro ogni australiano. Siamo al vostro fianco». Intanto è arrivata la condanna anche da parte di tutta la comunità internazionale.

Nonostante le parole di Albanese, la reazione dei membri del governo israeliano è stata dura. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accusato Canberra di aver «gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo». Il premier avrebbe infatti inviato ad Albanese una lettera in agosto nella quale affermava che alcune delle politiche australiane, tra cui riconoscere lo Stato palestinese, hanno incoraggiato «l’odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade» ha detto Netanyahu. «L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione». A fargli eco è stato su X il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir: «Il sangue delle vittime è sulle mani del governo australiano. Ha dato legittimità al terrorismo contro gli ebrei».

I precedenti in Australia

Quello di Bondi Beach è uno dei peggiori attacchi terroristici della storia del paese da quello del 1996 a Port Arthur. All’epoca erano morte 35 persone e il governo aveva inasprito le leggi sulla vendita di armi istituendo una campagna di riacquisto dei fucili d’assalto da parte dello Stato.

In un anno ne avevano sequestrati circa 650mila riuscendo a diminuire drasticamente il numero di sparatorie. L’ultimo attentato era avvenuto sempre a Sydney nel 2024 quando un uomo ha accoltellato sei persone in un centro commerciale. Pochi giorni dopo un evento simile era avvenuto per mano di un quindicenne in una chiesa ortodossa della città. Ancora prima, nel 2015, a Sydney un uomo aveva tenuto in ostaggio per sedici ore in un bar 17 persone. Le vittime in quel caso erano state due.

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