Il 44esimo giorno di guerra in Ucraina si apre con un attacco missilistico alla stazione di Kramatorsk, nella regione di Donetsk. Stando all’ultimo bilancio fornito dalle autorità ucraine le vittime sarebbero cinquanta, di cui cinque bambini.

Il sindaco locale ha detto che nel luogo erano presenti circa quattromila persone, la maggior parte anziani, donne e bambini che stavano lasciando la regione, finita nell’ultima settimana sotto un’incessante attacco russo.

La «liberazione» del Donbass, infatti, è l’obiettivo principale dichiarato da Mosca e per raggiungerlo la Difesa ha riordinato le forze ritirando soldati e mezzi militari dalla regione di Kiev e dirigendoli verso la parte orientale del paese, dove il presidente russo, Vladimir Putin, può contare anche sull’aiuto dei separatisti.

Fonti di intelligence britanniche confermano che nel nord dell’Ucraina le forze russe si sono completamente ritirate verso la Bielorussia e la Russia. «Molte di queste forze avranno bisogno di un rifornimento significativo prima di essere pronte a dislocarsi ulteriormente ad est» si legge nella nota. Ci vorrà almeno una settimana per spostare tutte le truppe verso il Donbass.

Secondo la Bbc, per rendere più efficaci le operazioni militari, i vertici della Difesa russa avrebbero riorganizzato l’organizzazione gerarchica sul campo e affidato generale Alexander Dvornikov il comando del distretto militare meridionale. Dvornikov avrebbe ha guadagnato una notevole esperienza durante l’intervento russo in Siria.

Il rimbalzo delle accuse

L’attacco alla stazione di Kramatorsk ha però dato vita a un rimbalzo di accuse tra russi e ucraini. «L’esercito criminale russo ha usato un missile a grappolo ad alta precisione Iskander» ha detto la commissaria per i diritti umani del parlamento ucraino, Lyudmyla Denisova. Il Cremlino ha invece negato le accuse sostenendo che l’attacco è stato condotto con un missile Tochka-U, un arsenale in dotazione soltanto dell’esercito ucraino. Per Mosca il missile è partito dalla località di Dobropolye con l’obiettivo di far impedire ai civili di evacuare la regione e poterli usare come scudi umani.

«Ci sono prove evidenti» ha detto il ministero degli Esteri russo che è pronto a fornirle. «Consegneremo ogni criminale di guerra alla giustizia», ha detto invece il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba dopo aver accusato i russi di aver commesso un massacro deliberato.

Ma per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, sembrano non avere dubbi sul fatto che dietro l’attacco alla stazione ci siano i militari di Mosca. «È un’altra orribile atrocità commessa dalla Russia, che ha colpito civili che cercavano di evacuare», ha detto Biden. «Sono inorridita dalla perdita di vite umane e porrò personalmente le mie condoglianze al presidente Zelensky. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime», ha scritto in un tweet Von Der Leyen mentre si trovava a Kiev insieme all’Alto rappresentante degli Affari esteri dell’Ue, Joseph Borrell.

Gli altri attacchi

«L’operazione continua, stiamo raggiungendo gli obiettivi. Si sta svolgendo un lavoro sostanziale sia militarmente, in termini di avanzamento dell'operazione, sia attraverso i negoziatori che sono in fase di trattativa con le controparti ucraine», ha detto il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov, dopo che nella giornata di giovedì ha ammesso le pesanti perdite subìte dall’esercito russo dall’inizio della guerra. Gli ultimi dati ufficiali della Difesa russa risalgono al 31 marzo e riportano 1.351 soldati uccisi.

Lo stato maggiore della Difesa ucraina ha riferito che parte dell’esercito russo sta continuando l’assedio della città di Mariupol che si affaccia sul Mare Azov, dove è presente ancora un alto numero di civili la cui evacuazione risulta complicata.

Dopo diversi tentativi falliti nelle scorse settimane, il governo ucraino ha ieri annunciato l’apertura di dieci corridoi umanitari da Mariupol verso Zaporizhzhia e in varie città nella regione di Luhansk.

Oltre a Mariupol, i russi stanno portando avanti un’offensiva attorno alla città orientale di Izium, che si trova nella regione di Kharkiv. Secondo esperti militari dell’Institute for the study of war c’è un’alta probabilità che la città venga catturata dai russi nei prossimi giorni. A difenderla sarebbero rimasti circa tremila soldati ucraini posizionati nelle zone periferiche.

Nella regione di Odessa, invece, è stato introdotto un coprifuoco fino all’11 aprile per il rischio di attacchi missilistici, dopo che nella giornata di ieri è stata udita una forte esplosione nella città.

Le indagini sui crimini

«Si stanno compiendo molti sforzi per registrare, documentare e raccogliere prove di crimini di guerra commessi dall’esercito occupante. L’Ucraina non ha il diritto di commettere errori in questo processo», ha detto Vsevolod Kniaziev, presidente della Corte suprema nazionale.

L’Ufficio del procuratore generale ha fatto sapere che stanno indagando su almeno 5.149 presunti casi di crimini di guerra commessi dalle forze russe fino al 5 aprile, tra questi rientrano anche i casi di Bucha e Borodyanka.

 

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