La ritirata delle truppe russe dal nord dell’Ucraina, unita alla tregua forzata nei combattimenti, stanno facendo venire alla luce numerosi episodi di crimini di guerra.

Non ci sono sole le fotografie e i video dei corpi abbandonati per le strade di Bucha, la città dove fino ad ora sembra si siano verificati gli episodi più impressionanti. Uccisioni, torture e violenze sessuali stanno emergendo dai racconti dei testimoni e dal lavoro di indagine dei giornalisti un po’ in tutto il paese.

Bucha

Nella città diventata simbolo della violenza del conflitto, le autorità locali, il governo e l’ufficio del procuratore generale sostengono che i civili uccisi siano centinaia, quasi 300 secondo il sindaco. Gli ucraini denunciano anche il ritrovamento di numerosi corpi con segni di torture.

I giornalisti internazionali che hanno visitato la città hanno detto di aver visto 20 corpi in abiti civili lungo le strade della città, almeno uno dei quali aveva le mani legate dietro la schiena. Due diversi testimoni hanno raccontato a Human Right Watch di come in due distinte occasioni i soldati russi abbiano radunato diversi civili in città e abbiano ucciso uno dei presenti dopo averlo fatto inginocchiare.

Un video ripreso da un drone nel mese di marzo, mostra un civile a bordo di una bicicletta avvicinarsi ad alcuni veicoli militari russi. Due dei mezzi blindati aprono il fuoco, ma a causa dell’inquadratura non è possibile vedere cosa accade all’uomo. Dopo la ritirata dei russi, i giornalisti del New York Times hanno ritrovato il cadavere di un uomo accanto a una bicicletta nell’esatto punto mostrato dal filmato.

Trostyanets

Questa città di circa 20mila abitanti a poche decine dal confine con la Russia è stata occupata nelle prime ore dell’invasione. Secondo il sindaco, tra le 50 e le 100 persone sarebbero state uccise in circa un mese di occupazione (un periodo che il sindaco non ha trascorso a Trostyanets, ma in un villaggio vicino).

La città è stata visitata da diversi giornalisti internazionali, tra cui gli inviati del New York Times e quelli del Guardian. Dalle interviste con gli abitanti hanno raccolto diverse testimonianze che confermano almeno parte di quanto racconta il sindaco.

Il medico legale dell’obitorio ha detto di aver esaminato il corpo di un ragazzo con chiari segni di torture. Una donna ha raccontato l’uccisione di suo marito, uscito per cercare un posto dove caricare il suo telefono e trovato morti pochi giorni dopo. Diverse altre uccisioni sono state confermate in questo modo.

E40

Sulla statale E40, tra i villaggi di Mriia e Myla, poco lontano da Kiev, si è verificato uno dei crimini di guerra più documentati di questo conflitto. Il 7 marzo, un drone della difesa territoriale ucraina ha ripreso l’uccisione di un uomo e una donna. La loro auto stava facendo inversione di fronte a un checkpoint russo quando un soldato ha aperto il fuoco sull’auto uccidendo la donna a bordo. L’uomo è uscito con le mani alzate ed è stato colpito a sua volta. Un’anziana e un bambino che si trovavano a bordo dell’auto sono stati risparmiati. Il primo aprile, dopo la ritirata dei russi, una troupe della Bbc ha visitato il luogo dell’attacco, riuscendo a identificare il corpo dell’uomo e della donna e la carcassa dell’auto. Sia i corpi sia l’auto erano stati incendiati, probabilmente per cercare di nascondere le prove dell’uccisione. In circa 200 metri di strada, i reporter della Bbc hanno contato 13 vittime, di cui due indossavano uniformi dell’esercito ucraino.

Staryi Bykiv

Secondo due testimoni intervistati da Human Rights Watch, almeno sei persone sono state uccise nel villaggio di Staryi Bykiv, vicino a Cherhihiv, nel nord dell’Ucraina. Le uccisioni sarebbero avvenute il 27 febbraio, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione. Durante un bombardamento, i russi sarebbero andati casa per casa, prelevando sei ragazzi in età militare da altrettante famiglie nascoste nelle loro cantine. Alcuni soldati avrebbero rassicurato le famiglie, dicendo che la loro intenzione era «soltanto spaventarli un po’». I corpi dei sei ragazzi sono stati ritrovati dall’altro lato del villaggio. I testimoni che hanno raccontato questa storia sono la madre di uno dei ragazzi e una donna di un villaggio vicino che ha parlato con le famiglie di quattro delle persone uccise.

Borodyanka

Secondo gli ucraini, il bilancio delle vittime civili in questa cittadina a nordovest di Kiev potrebbe essere peggiore persino di quello di Bucha. La distruzione della città è stata ampia, ma per il momento non sono emerse prove di uccisioni numerose come in altre città. Oliver Carroll, giornalista dell’Economist, ha fotografato il corpo di un uomo con le mani legate dietro la schiena e ha sentito diversi testimoni parlare di arresti di giovani ucraini in età militare e della loro possibile uccisione. Per il momento, sembra che la maggior parte delle morti in città siano state causate dai bombardamenti. Secondo il sindaco, sotto le macerie potrebbero esserci i corpi di almeno 200 abitanti.

Stupri

La procura generale dell’Ucraina, l’ufficio per la protezione dei diritti umani e numerose ong stanno cercando di raccogliere prove e testimonianze delle violenze sessuali compiute dai soldati russi. Diversi dei corpi ritrovati negli ultimi giorni sembrano mostrare segni di violenza sessuale, mentre stupri e violenze sono stati denunciati da numerose donne e ragazze. Human Right Watch ha parlato con una donna originaria della regione di Kharkiv che ha raccontato di essere stata violentata più volte da un soldato russo di circa 20 anni. La donna ha mostrato all’ong le foto dei tagli e dei colpi che l’uomo le ha inferto.

 

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