«Sono una donna conservatrice che porta il rossetto rosso. Credo in Dio, nella patria, nel matrimonio e nei ruoli di genere tradizionali. E sì, mi piace sembrare sexy mentre lo dico». Si presenta così nell’homepage del suo sito Anya Lacey. Made in Florida e content creator di professione, la 19enne vanta più di un milione e mezzo di follower sparsi tra TikTok, Instagram, X, Facebook, Youtube e OnlyFans.

Pagine sulle quali porta in scena quella che per molti è una vera e propria contraddizione: posta immagini di nudo e sponsorizza i valori tipici della tradwife, modello di donna, sposata con figli, che accetta di buon grado i compiti che la società patriarcale le ha appiccato addosso. Diventate un fenomeno social e sociale, le mogli tradizionali sono sottomesse al marito, si dedicano alla cura della casa e dei bambini, perfettamente allineate con l’immaginario Maga di cui sono divulgatrici convinte.

«Quando l’uomo si presenta come qualcuno che possa proteggerla e sostenerla economicamente, la donna si rilassa, si lascia andare alla sua femminilità, e tutti vincono», spiega Lacey sul sito, accompagnando la massima con uno scatto in cui posa con un bikini decorato con la bandiera americana. Con lo stesso costume da bagno appare anche davanti a un fuoristrada armata di un mitra.

È più sobria, ça va sans dire, invece la foto in cui, inginocchiata accanto al letto, scrive: «Preghiamo prima di giocare». E poi ancora: «Io cucino, tu comandi», «Confini sicuri, famiglie sicure», «Il genere non è una vibe, è biologia».

Tra un elogio all’agenda America First di Donald Trump e un reel in cui accenna una fellatio con il freno a mano di un macchinone posteggiato in uno di quei vialetti che fanno tanto Wisteria Lane di Desperate Housewives, Anya Lacey non si dimentica nemmeno di coloro che l’accusano di essere contraddittoria: «Tuo padre sa del tuo lavoro? Sei cristiana, ma sei su OnlyFans!», è la frase che compare in un video su TikTok con risata malefica finale.

Clip virali a parte, la 19enne ha argomentato il suo punto di vista sulla questione in un’intervista a Mashable: «Viviamo in una nuova era in cui tutti abbiamo telefoni e social media. Si puoi essere tradizionali e, promuovendolo al mondo, generare entrate. Tanto meglio!».

Addio al pizza-delivery

Entrate che, per sua stessa ammissione, le hanno cambiato la vita permettendole di dire addio all’impiego come pizza-delivery. I guadagni facili sono una calamita per tante ragazze Maga o che si dipingono tali per marketing. Prendiamo Noelle che su X scrive: «Offresi tradwife conservatrice e cool con OnlyFans per arrotondare». E se ai follower risponde solo dalla piattaforma a pagamento, sull’ex Twitter si rivolge addirittura a Elon Musk chiedendo che l’algoritmo non penalizzi i seni prosperosi.

Una battaglia social che supporta la tesi di Jessica Grose. In un articolo pubblicato sul The New York Times la giornalista spiega che anche i contenuti delle tradwives più caste «non sono pensati per le donne, ma per gli uomini che cercano mogli sottomesse». Gli stessi uomini che, secondo Max Read di The Cut, sarebbero coloro che spingono la circolazione di questo materiale sul web.

L’impressione è che né a Noelle né ad Anya Lacey interessi a chi piacciono i loro contenuti. Per loro, per le altre mogli tradizionali (con o senza OnlyFans) e per le influencer Maga il must è fatturare senza spiegare come queste entrate si sposino con il messaggio che dipendere da un uomo debba essere l’obiettivo principale di una donna. Chiunque di loro, in caso di separazione, può contare, infatti, sui guadagni che arrivano dai loro contenuti (video, foto, podcast).

Storie diverse

Funziona diversamente per quelle donne che abbracciano la loro parabola e vivono senza mezzi di sussistenza autonomi, terreno fertile per la violenza economica di genere da parte dei partner.

Lo sa bene Elaina St. James che, per essere una perfetta moglie tradizionale, aveva lasciato tutto, carriera inclusa: «Ero sotto l’assicurazione sanitaria del mio compagno. Lui mi aveva dato in leasing una macchina, il telefono, tutto quanto. Ero così concentrata su lui, sulla sua felicità che ho perso completamente me stessa», ha raccontato in un’intervista a People.

Poi la doccia fredda: la separazione da quel principe azzurro per cui si era trasformata in una tradwife senza nemmeno averlo sposato. «Avevo 40 anni e non avevo più nulla». La rinascita economica è arrivata anni dopo, ironia della sorte, con OnlyFans. Diecimila dollari nei primi tre mesi di attività e poi lo sbarco sulle altre piattaforme social. Fino ad arrivare ad avere un business che supera il milione e mezzo di dollari.

Senza però l’ipocrisia delle tradwives: «La routine da moglie tradizionale mi ha risucchiato la vita. Oggi non ho più bisogno di un uomo e guadagno più di quanto guadagnasse il mio ex come avvocato nel Sud della California», conclude.

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