Licenziata. Alla fine, dopo settimane di polemiche e nonostante i tentativi di mediazione, Elena Maraga, l’insegnante di 29 anni che aveva creato un account su Onlyfans, non farà più la maestra, almeno non più nell’asilo paritario cattolico in provincia di Treviso in cui lavorava. L’Istituto spiega così la cessazione del contratto di Maraga: «Per giusta causa con effetto immediato, in quanto la gestione sul profilo sulla piattaforma per adulti contrasta con l'ispirazione cattolica che orienta l'indirizzamento educativo della scuola».

«È stata commessa un'ingiustizia nei miei confronti», ha commentato l’insegnante, che non esclude di impugnare la risoluzione del contratto: «Non ho mai fatto mancare nulla, come educatrice, né ai bambini né alla scuola».

Come conseguenza del dibattito che il caso di Maraga aveva acceso fin dalla seconda metà di marzo, quando la maestra era stata sospesa per condotta non etica, dopo che alcuni genitori avevano scoperto il suo profilo sulla piattaforma per adulti, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara aveva annunciato una modifica al regolamento che disciplina l’uso dei social media per i dipendenti pubblici. Con l’obiettivo di aggiungere norme specifiche per rendere più stringente il comportamento che il personale scolastico deve tenere online.

Così, nella nostra newsletter Oggi è Domani, abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensino della decisione di licenziare l’insegnante e disciplinare l’utilizzo dei social.

Le risposte 

Sono arrivate numerose risposte dai nostri abbonati in merito. Quasi la metà si dice contraria al licenziamento della docente, sostenendo che ogni insegnante dovrebbe essere libero nelle scelte che riguardano la sua vita privata e che questa decisione appare come una forma di discriminazione di genere. Circa il 15 per cento di chi ha risposto, invece, ritiene giustificato il licenziamento perchè le azioni della maestra danneggerebbero l’immagine della scuola trasmettendo valori in contrasto con quelli che la scuola dovrebbe trasmettere.

Qualcuno ha invece elaborato pensieri più complessi:

  • Non sono d'accordo con il suo licenziamento. Ma in una scuola privata cattolica di un paese del trevigiano esso va considerato antropologicamente ovvio se non necessario. Come un analista di McKinsey che veste punk e milita in Lotta Comunista
  • Ho lavorato per 40 anni nella scuola pubblica, assistente amministrativa presso la segreteria di un Istituto tecnico geometri e ragionieri. Al momento dell'assunzione in ruolo ho fatto promessa solenne e giurato fedeltà alla Repubblica, con la presenza di testimoni, sottoscritto il codice di comportamento. Inoltre non potevo svolgere altro lavoro, se non con l'autorizzazione del preside e che non confliggesse con l'incarico. In particolare la norma era prevista per i docenti. Essendo un istituto tecnico, potevano svolgere attività privata i liberi professionisti, avvocati, ingegneri, commercialisti, architetti, perché ne avrebbe giovato l'attività scolastica, essendo professioni spesso in aggiornamento legislativo, ma che non ostacolasse l'attività preminente, quella di insegnante. Quindi è sempre esistito il codice comportamentale che di recente è stato aggiornato, e recita: «Il nuovo codice afferma i doveri fondamentali di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti pubblici devono osservare sia in servizio sia fuori dal servizio». Se sono state applicate tutte le tutele previste dalla legge, oltretutto svolgeva attività retribuita, a prescindere che sia una scuola paritaria cattolica, che per me non dovrebbero esistere, ritengo aimè che il licenziamento sia legittimo.
  • Sono d'accordo con il licenziamento, al di là delle mie convinzioni su codici di comportamento o altro (che invece non condivido): OnlyFans non è vita privata, ma pubblica, anche se dietro account privati. E se insegni in una scuola cattolica dovresti sapere che hanno una certa visione del mondo: o ti adegui, o cambi lavoro
  • È discriminante (i maschi che frequentano OnlyFans benché docenti di istituti cattolici vengono sanzionati?) ed è un gravissimo precedente che non dovrebbe essere ignorato. Dal codice etico alle appartenenze politiche o alle inclinazioni sessuali il passo è troppo breve
  • Non sono d’accordo, ma in una scuola privata cattolica ha un senso. Nella scuola pubblica il licenziamento sarebbe un precedente pericoloso invece

Gli ultimi sondaggi

Nei nostri ultimi sondaggi abbiamo interrogato i nostri lettori su vari temi. Abbiamo chiesto alle lettrici e ai lettori cosa ne pensano del differente trattamento riservato a Ilaria Salis e al ministro Crosetto su case occupate e affitti non pagati. In molti hanno evidenziato una stortura sottolineando il doppiopesismo della destra di governo.

Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensano del divieto di asterischi e schwa vietati a scuola. Le risposte si sono rivelate molto variegate e hanno stimolato un dibattito sul tema.

Abbiamo chiesto loro anche se introdurre corsi di educazione all’affettività all’interno dei programmi scolastici potrebbe essere utile nel contrasto alla violenza e alle discriminazioni. O se vedono un rischio, come sottolinea Pro-Vita, «di un indottrinamento ideologico Lgbt». Tutti sarebbero a favore, ecco cosa ne pensano.

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