- La temperatura del conflitto sociale per i movimenti ambientalisti si è alzata negli ultimi mesi: è una delle conseguenze della guerra in Ucraina e della fase “l’impero colpisce ancora” delle politiche energetiche.
- Il conflitto si è sempre tenuto al di qua della linea della violenza: la nuova tattica radicale è quella di Just Stop Oil, la resistenza passiva contro l’infrastruttura dei combustibili fossili.
- Il libro di un ecologo svedese, Andreas Malm, propone però una tesi diversa: l’ipotesi del sabotaggio, il suggerimento di abdicare alla linea della non violenza. Una strada pericolosa e un vicolo cieco, che disperderebbe tutto il capitale morale accumulato in questi anni. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari, scopri quali sono gli altri contributi. Per leggerli tutti è possibile abbonarsi qui.
La cartografia energetica del mondo ricorda ormai quella di un campo minato. Nonostante gli allarmi, che somigliano sempre più a implorazioni, di Onu, Agenzia internazionale dell’energia, Ipcc, oggi c’è un decennio di bombe al carbonio in costruzione. Ogni scienziato del clima prevede che le residue possibilità di contenere la crisi passino dal dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, ma gli attuali piani di espansione a breve termine di tutte le grandi aziende energetiche comportano



