La Russia in un mese ha usato circa 2.800 droni d’attacco. A dare questo dato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram, aggiungendo che le bombe aeree guidate registrate sono quasi 3mila «e 140 missili di vario tipo contro l’Ucraina». Per Zelensky questi numeri provano la necessità di «rafforzare» le sanzioni contro la Russia, perché «Mosca sta costantemente aumentando il numero di attacchi».

Ciò che serve per fermare la guerra, dice, sono «limiti di prezzo» e «sanzioni contro le banche russe e il settore finanziario, che saranno davvero dolorose». Così come è necessario «combattere i piani per eludere le sanzioni». E chi può garantire questo sono gli Stati uniti, l’Unione europea e i paesi del G7. 

Le richieste del presidente ucraino arrivano nel giorno di avvio del summit G7 in Canada, che durerà fino a martedì. 

L’accordo

Nella cornice dell’accordo raggiunto all’inizio del mese a Istanbul, in Turchia, la Russia ha consegnato altri 1.200 corpi all’Ucraina. Lo ha annunciato il quartier generale del coordinamento per il Trattamento dei Prigionieri di Guerra. «Oggi, le misure di rimpatrio sono proseguite in conformità con gli accordi raggiunti a Istanbul. Altre 1.200 salme, che secondo la parte russa appartengono a cittadini ucraini, incluso personale militare, sono stati rimpatriati in Ucraina», ha scritto su Telegram.

Il 2 giugno nella città turca i due paesi avevano concordato di scambiare i resti di 6mila militari, nonché di tutti i feriti gravi e i prigionieri di età inferiore ai 25 anni. Finora sono quattro gli scambi di prigionieri organizzati e in totale l’Ucraina ha recuperato 4.812 corpi. La Russia, invece, ha annunciato il rimpatrio di 27 resti militari russi e non ne ha segnalati altri. 

© Riproduzione riservata