Il politico, figura simbolo di Euromaidan, è stato colpito da otto proiettili da un uomo travestito da rider. Zelensky conferma: «Un omicidio orribile». Si teme l’escalation, mentre si rafforza l’ipotesi di un attentato mirato orchestrato dai servizi di Mosca
«Andriy Parubiy è stato ucciso». A confermare le voci che nella mattinata di sabato circolavano a Leopoli è il presidente Volodymyr Zelensky, con un annuncio sul suo canale Telegram: l’ex presidente del parlamento, oggi deputato del partito Solidarietà Europea, è stato assassinato in un agguato mentre si trovava per strada in un quartiere residenziale.
E mentre un vertice per il cessate il fuoco sembra allontanarsi ogni giorno di più, l’uccisione di uno dei più importanti uomini politici del paese sembra assumere i contorni di un’operazione mirata dei servizi segreti russi che mai fino ad ora erano arrivati a colpire a livelli così alti.
L’omicidio
Le prime notizie sull’agguato hanno iniziato a circolare sui media ucraini nella tarda mattina di sabato, dopo la conferma da parte della polizia di una sparatoria in cui era rimasta coinvolta una personalità politica. Il mistero sull’identità è durato poche decine di minuti e, intorno a mezzogiorno, è stato lo stesso Zelensky a confermare che si trattasse di Parubiy, figura simbolo delle proteste europeiste che portarono alla rivoluzione di Maidan nel 2014.
Secondo le prime ricostruzioni, Parubiy sarebbe stato raggiunto da otto colpi d’arma da fuoco esplosi da una persona a volto coperto che si sarebbe finto un rider della piattaforma di delivery “Glovo”. In un video diffuso sui social si vede l’aggressore vestito di nero e con uno zaino giallo quadrato, tipico della società di consegne, scendere da una bici e seguire per qualche passo la vittima prima di aprire il fuoco.
«Andrii è stato uno dei fondatori dell'Ucraina moderna. Siamo scioccati» ha commentato la sua compagna di partito Iryna Herashchenko. Uno shock che ha coinvolto l’intero paese provocando una reazione immediata. Subito dopo l’agguato la polizia ha lanciato l’operazione “Sirena”: una caccia all’uomo in tutto l’oblast di Leopoli con l’obiettivo di fermare il prima possibile il killer attraverso i pochi dettagli al momento a disposizione.
Il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, ha già annunciato che nelle prossime ore aumenteranno i posti di blocco e i controlli in città ed ha chiesto la collaborazione dei propri concittadini. Anche Glovo, suo malgrado finita al centro della notizia, ha fatto sapere di essere «pronta a fornire pieno supporto alle forze dell'ordine nelle indagini».
I sospetti
La ricerca dell’aggressore potrebbe essere estremamente complicata. I primi segnali lasciano infatti pensare che possa trattarsi dell’ennesimo omicidio orchestrato dagli 007 russi per colpire Kiev. Dall’inizio dell’"operazione militare speciale” in Ucraina, gli omicidi mirati hanno scandito la strategia occulta dei servizi di Mosca. L’ultimo caso si era registrato a luglio quando il colonnello Ivan Voronych, alto ufficiale dell’intelligence ucraina, era stato ucciso in un complesso residenziale ritenuto sicuro.
«Si tratta di un crimine preparato con cura - ha dichiarato Zelensky commentando l’assenza di indizi - Stiamo facendo di tutto per risalire all’aggressore e i nostri servizi di sicurezza stanno lavorando incessantemente». Un’operazione eseguita meticolosamente contro un personaggio da sempre inviso a Mosca, già protagonista delle lotte per l’indipendenza dall’Urss e per questo arrestato nel 1988. Tutto, insomma, sembra portare verso l’ipotesi di una responsabilità rossa che, se fosse confermata, rappresenterebbe un’escalation inattesa: mai fino ad ora l’intelligence del Cremlino si era spinta a tanto, arrivando a colpire ai più alti livelli delle istituzioni ucraine.
La tregua lontana
Intanto proseguono le accuse reciproche mentre la possibilità di un vertice di pace sembra allontanarsi ogni giorno di più. Secondo un’indiscrezione riportata da Axios, a Washington crescono i malumori, e filtrano ora accuse dirette all’Unione europea. «Gli europei non si fanno problemi a prolungare questa guerra» ha dichiarato un alto funzionario della Casa bianca sostenendo che, mentre pubblicamente appoggiano l’operato di Trump, i leader europei starebbero tramando alle spalle degli Usa per convincere Zelensky a non cedere alle richieste di Putin. «Il nostro presidente - ha detto riferendosi a Trump - vuole che questa guerra finisca. Ma devono volerlo tutte le parti coinvolte».
Intanto la Russia continua la sua massiccia offensiva, iniziata nelle scorse settimane alla vigilia dei colloqui in Alaska. Nella notte tra venerdì e sabato, oltre 500 droni e circa 40 missili sono partiti verso varie regioni ucraine colpendo, tra le altre, le città di Zaporizhzhia, Dnipro e Lutsk.
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