Patrick Zaki incarcerato nel carcere di Tora in Egitto ha consegnato due lettere alla sua famiglia: non sta bene fisicamente e mentalmente. «Le recenti decisioni sono deludenti come al solito, senza una ragione comprensibile. Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio» e ha aggiunto: «il mio stato mentale non è un granché dall'ultima udienza».

Le lettere sono state pubblicate dalla pagina Facebook “Patrick Libero”. L’ultima è datata 12 dicembre. Il 7 dicembre, nemmeno una settimana fa, il giudice ha deciso di prorogare di altri 45 giorni il carcere detentivo in quanto indagato di propaganda eversiva.

Come aveva detto l’avvocata, Huda Nasralaah, lo studente è in pensiero per il suo master: «Continuo a pensare all'Università, all'anno che ho perso senza che nessuno ne abbia capito la ragione. Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici a Bologna. Mi mancano molto la mia casa lì, le strade e l'università. Speravo di trascorrere le feste con la mia famiglia ma questo non accadrà per la seconda volta a causa della mia detenzione» ha scritto Zaki.

L’altra lettera, del 22 novembre, parlava della precedente udienza che anche in quell’occasione aveva stabilito una proroga della sua permanenza in carcere: «Miei cari, spero che stiate tutti bene e in buona salute. Mando il mio affetto alla mia famiglia, a tutti i miei amici e ai miei cari. Ieri ero in udienza, ma niente è nuovo ed è lo stesso discorso ripetuto. Ovviamente il mio tempo qui è stato troppo lungo e diventa ogni giorno più pesante, ma ci sto provando. Ho perso la possibilità di sostenere gli esami per il secondo semestre consecutivo ... e onestamente, questo è uno dei principali problemi di cui sono costantemente preoccupato. Voglio inviare il mio affetto ai miei compagni di classe a Bologna e ringraziare tutti i miei amici di Granada e Siviglia. Spero di poter tornare alla mia università, ai miei compagni di classe e a casa il prima possibile. Patrick (prigione di Tora)».

La famiglia in pensiero

«Noi, famiglia e amici di Patrick», hanno scritto su Facebook, «chiediamo l'immediato rilascio per via dell'assenza di giustificazioni legittime per i rinnovi di detenzione e per l'impatto del carcere su di lui sempre più negativo».

Gli attivisti e la famiglia sono molto preoccupati per la salute fisica e mentale di Patrick «che si stanno decisamente deteriorando col tempo. Dal contenuto delle lettere è chiaro che lo stato mentale di Patrick non è buono e che è molto deluso e stanco, soffre di insonnia. Inoltre i suoi dolori di schiena sono preoccupanti perché sembrano peggiorare. Chiediamo l'immediato rilascio di Patrick prima che le sue condizioni peggiorino ancora».

La famiglia, intervistata da Domani, aveva fatto appello al premier Giuseppe Conte.

 Amnesty International

«Amnesty International è veramente allarmata per le condizioni fisiche e mentali di Patrick Zaki che sembrano in via di deterioramento» ha detto il portavoce, Riccardo Noury. «Che queste parole dolorose di Patrick giungano al Governo italiano che faccia veramente qualcosa di più, di meglio e di veloce di quanto ha fatto finora, per assicurare che Patrick possa tornare presto in libertà», anche se, ha aggiunto a Domani, «finora continua a esserci solo silenzio, come se davvero per il governo fosse un problema egiziano e non di tutti».

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