Il ministro della «massima fermezza» Carlo Nordio, fino a dicembre non si era preoccupato del fatto che l’anarchico che ha portato avanti lo sciopero della fame contro il 41-bis Alfredo Cospito, passasse i suoi momenti di socialità con tre boss mafiosi. Adesso spiega che è accaduto perché lo ha deciso la polizia penitenziaria e lui lo ha saputo solo dopo.

Questa la risposta al Senato del titolare della Giustizia a una interrogazione di Peppe De Cristofaro, parlamentare di alleanza Verdi e Sinistra allertato da un articolo uscito su queste pagine. Il ministro ha poi criticato la posizione della direzione nazionale antimafia, favorevole a un cambio di regime per Cospito. Intanto sono state inviate delle lettere minatorie a diverse aziende e a un giornale firmate “Fai”, Federazione anarchica informale, su cui la procura indaga per terrorismo.

Manconi

Come raccontato da Luigi Manconi a Domani, fino al 23 dicembre 2022 i detenuti sottoposti al regime del 41-bis che avevano possibilità di comunicare con il detenuto Cospito, sottoposto al medesimo regime, erano considerati di scarso spessore criminale o, comunque, non costituenti più un pericolo attuale.

Poi invece l’anarchico ha cominciato a interloquire con un casalese, uno ‘ndranghetista e un mafioso. Tra loro hanno parlato della battaglia di Cospito contro il carcere duro, prontamente sostenuta dalla criminalità organizzata. Discussioni intercettate e citate con indignazione dall’onorevole di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, alla Camera lo scorso gennaio, e usate arbitrariamente contro il Pd.

Gli spostamenti

La procura di Roma ha indagato il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove per rivelazione di atti d’ufficio, visto che è stato lui a passare gli stralci al collega di partito. L’attenzione della politica adesso è alta anche per capire come si siano svolti i contatti al centro della rivelazione.

Il ministro Nordio ha tenuto a specificare che la formazione dei gruppi è «a cura del direttore dell’istituto penitenziario». Secondo una normativa specifica, il gruppo di socialità non può riunire carcerati al 41-bis parte della stessa consorteria criminale. Così gli stragisti possono parlare con i mafiosi, ma due mafiosi o due camorristi non possono circolare insieme.

Il 25 giugno, per ragioni inerenti la necessità di riorganizzare le turnazioni delle ore all'aria aperta per i detenuti, ha spiegato il ministro, è stato rimodulato per la prima volta il gruppo sostituendo due dei precedenti componenti con altri due, tra cui il famoso Francesco Presta - ha proseguito, un killer della ‘ndrangheta.

La vigilia di Natale ancora un altro gruppo. «Cospito è stato inserito, su proposta del responsabile G.O.M e conseguente disposizione del direttore del carcere di Sassari, in un ulteriore e diverso gruppo di socialità a causa dell'ingresso in carcere di un detenuto che non poteva essere unito a detenuti secondo il 41 bis della medesima area criminale». Il Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.) è il reparto specializzato della Polizia penitenziaria cui la legge demanda la custodia dei detenuti. «Importante sapere però che questa variazione è stata comunicata alla Dda di Torino e alla Dna con nota del 30 dicembre 2022». 

Il motivo dell’ultima rimodulazione del gruppo sarebbe stato insomma l’ingresso in carcere di un detenuto che non poteva essere unito ad altri della stessa tipologia criminale.

La replica

De Cristofaro non ha apprezzato la risposta, troppo burocratica per un caso che sta agitando il paese: «È poi quantomeno singolare il fatto che Cospito, già in sciopero della fame da due mesi per contestare il regime del 41 bis a cui è sottoposto, sia stato messo in un gruppo con tre boss della criminalità organizzata considerati attivi e attualmente pericolosi». A cui si aggiunge la mossa di Donzelli: «Considero poi sospetta la coincidenza, vista anche l’assenza di comunicazioni nei mesi precedenti, tra il cambio del gruppo di socialità, l’inizio degli ascolti e delle trascrizioni delle conversazioni. Conversazioni poi usate dall’onorevole Donzelli per attaccare le opposizioni nell’Aula di Montecitorio».

Prima della “massima fermezza” propagandata dal governo, «quanto avvenuto è quantomeno una grave sottovalutazione dell’intera questione, se non un vero e proprio errore».

Terrorismo e Dna

Intanto sono arrivate delle lettere minatorie a diverse aziende e un giornale firmate “Fai”. Come mittente viene indicata Anna Beniamino, la ex compagna di Cospito in carcere, circostanza per cui i legali Gianluca Vitale e Caterina Calia lo ritengono «certamente un falso». «Per Alfredo Cospito fratello e compagno», comincia il testo. Tra le altre, sarebbe stata recapitata anche alla Iveco Defence Vehicles di Bolzano, azienda del gruppo Exor attiva nel settore della Difesa, insieme a un proiettile con al minaccia a un manager: «L’anima nera delle operazioni di mercato (...), al servizio della guerra che alimenta la morte in Ucraina». La procura di Trento sta indagando per terrorismo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha però ridimensionato: «Non bisogna fare preoccupare la gente».

No alla revoca

Il ministro Nordio intanto ha ribadito il suo no alla revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito. Secondo la Direzione nazionale antimafia il passo indietro sarebbe stato legittimo: «Cospito non consegna ordini all’esterno, parla e rivendica, ma le azioni anarchiche non sono innescate da un suo ordine», ha spiegato a Domani una fonte vicina al dossier. Per il ministro si tratta di ragioni «assolutamente fallaci», ha detto rispondendo a un'altra interrogazione di alcuni senatori di Fratelli d’Italia.

Cospito, ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano, si starebbe nutrendo di yogurt per arrivare lucido il giorno dell’udienza della Cassazione prevista il 24 febbraio, le sue condizioni starebbero lievemente migliorando. In quella sede saranno rivalutati i presupposti del 41-bis. L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha commentato a Radio Onda Rossa: «Mi sembrano informazioni volte a disorientare», il suo stato sarebbe ancora critico.

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