- Giorgia Meloni ha alzato i toni della sua campagna elettorale, ritornando alle origini sovraniste. Ha infatti detto che «bisogna organizzare meglio la difesa dell’interesse nazionale di fronte all’Europa». Tradotto: la sovranità europea va messa in discussione, ripensando gli equilibri decisionali dell’Unione.
- Così ha scelto di andare contro tutti i moniti istituzionali degli ultimi mesi, da ultimo quelli del presidente emerito della Consulta, Giuliano Amato, che aveva messo in guardia dalle tentazioni «di affermare il primato del diritto nazionale su quello dell’Unione».
- Ora la tattica elettorale è stata superata dall’istinto del rush finale. Meloni non punta più a rassicurare i potenziali interlocutori stranieri, ma a conquistare l’egemonia del centrodestra con il ritorno al motto “Dio, patria e famiglia”.
Gli ultimi cinque giorni di campagna elettorale hanno fatto alzare i toni a Giorgia Meloni, che nell’ultima domenica prima del voto è uscita allo scoperto, ritornando alle origini sovraniste. Pochi giorni fa, nel suo discorso di commiato, il presidente uscente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, aveva messo in guardia contro «tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello dell’Unione», che «non è solo di Polonia, Romania e Ungheria». Nell’ultima domenica prima del vo


