Alle 15 di oggi inizierà il secondo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. Salvo sorprese, ci attende un’altra giornata di schede bianche. Le novità di giornata potrebbero arrivare dal terreno delle trattative tra leader politici. A muoversi saranno soprattutto il centrodestra e il leader della Lega Matteo Salvini.

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Salvini si gioca le sue carte

La Lega ha annunciato questa mattina che Salvini si prepara a presentare agli altri partiti una rosa di candidati graditi al centrodestra. Secondo fonti parlamentari del centrodestra, i nomi più probabili sono quelli già usciti in questi giorni: l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, l'attuale presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati e l’ex magistrato Carlo Nordio, sostenuto da Fratelli d’Italia.

Nei giorni scorsi si era parlato anche della diplomatica Elisabetta Belloni, mentre un nome spuntato oggi è quello dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, quest’ultimo già di fatto bocciato dal centrosinistra, che ha detto di poter votare soltanto un presidente «europeista e atlantista», descrizione che sembra escludere Frattini, da sempre considerato molto vicino alla Russia. Nemmeno Italia Viva gradirebbe l figura dell’ex ministro degli Esteri.

Per avere la lista definitiva dei candidati in ogni caso bisognerà attendere ancora qualche ora.

Per Salvini e il resto del centrodestra, questo è un momento chiave. Per numero di grandi elettori, la coalizione gode di una maggioranza relativa anche se non sufficiente per eleggere da soli il presidente della Repubblica.

L’unica speranza di sfruttare il vantaggio, quindi, è quella di presentare dei nomi che effettivamente possano ottenere consenso trasversale e quindi arrivare a un voto già giovedì, quando la maggioranza necessaria a eleggere il capo dello stato scenderà da due terzi alla metà dei votanti.

Se la mossa invece dovesse fallire e se centro e centrosinistra dovessero respingere tutti i candidati della coalizione, è probabile che Salvni perda la palla e l’iniziativa torni al presidente del Consiglio Draghi e al segretario del Pd Enrico Letta.

Draghi e capitani

La decisione di Salvini di presentare una rosa di nomi è in parte frutto della complicata situazione in cui si trova il presidente del Consiglio Mario Draghi, grande favorito di questa elezione, ma ostacolato dalla difficoltà di trovare qualcuno con cui sostituirlo alla guida del governo.

Ieri, come ha detto un deputato, Draghi «si è svegliato» e ha iniziato a trattare con i leader di partito per favorire la sua candidatura. Ma l’incontro con Salvini, il primo che Draghi ha avuto lunedì, è andato male. A quanto pare, Salvini ha chiesto garanzie per il ruolo del suo partito nel nuovo governo che si formerebbe se, con l’appoggio della Lega, Draghi dovesse essere eletto presidente della Repubblica.

Draghi però non avrebbe fornito risposte definitive, limitandosi a dire che della formazione del nuovo governo si occuperà il prossimo presidente del Consiglio. 

Oggi, la Lega ha smentito con un comunicato le tensioni tra Draghi e Salvini. Ma a ribadire il clima difficile ci ha pensato questa mattina il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, vicinissimo a Salvini, con una frecciata diretta al presidente del Consiglio Mario Draghi. «Il presidente della Repubblica lo scelgono i partiti, non palazzo Chigi», ha detto entrando alla Camera.

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