Per evitare tensioni sulla delicata riforma della giustizia, in discussione in questi giorni, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha congelato le altre questioni scottanti che minacciano l’unità della sua eterogenea maggioranza: la scuola, i vaccini obbligatori per il personale scolastico e l’estensione del green pass ai mezzi di trasporto.

Nei giorni scorsi sembrava che qualche decisione sarebbe potuta uscire dal Consiglio dei ministri, ma ieri fonti del governo hanno confermato che oggi ci si occuperà solo di questioni «ordinarie» e che gli altri temi delicati saranno rinviati ai prossimi giorni.

Vaccini

La questione che dovrà attendere di più è quella dell’obbligo o meno di vaccino per il personale scolastico. Il governo sembrava deciso sulla sua introduzione, ma all’iniziale opposizione della Lega si è aggiunta la crescente freddezza del Movimento 5 Stelle e dei sindacati della scuola.

Alla proposta di obbligo vaccinale, questi ultimi hanno risposto con il lungo elenco degli altri interventi chiesti per messere in sicurezza la scuola e trascurati dal governo (dall’aumento degli spazi a quello del personale docente e non, passando per l’aumento nella frequenza del trasporto pubblico locale.

Portare avanti l’obbligo vaccinale in queste condizioni avrebbe probabilmente determinato ulteriori tensioni in un momento già delicato. Dopo un incontro con Draghi ieri mattina, in cui si è parlato anche  di vaccini e green pass, il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato: «Sui giornali leggevo che già oggi o domani ci sarebbero state altre restrizioni: così non è. Ci pensiamo la settimana prossima in base ai dati».

Scuola

Nel frattempo, regioni e governo si incontreranno in mattinata per approvare il piano sicurezza per il prossimo anno scolastico, che comprende le misure sanitarie per proteggere insegnanti e studenti dal contagio.

Il piano è simile per molti aspetti a quello dell’anno scorso. Tra le novità, la cancellazione dell’obbligo di didattica a distanza nel caso in cui non sia possibile ottenere il distanziamento minimo di un metro tra studenti a causa  dell’assenza di banchi o la mancanza di spazi.

Sindacati e associazioni di presidi hanno criticato duramente il piano, poiché lascia scoperti alcuni punti importanti (rimane prevista la quarantena in caso di contatti con positivi anche per gli studenti vaccinati) e non affronta la questione dei trasporti e quindi degli ingressi scaglionati in classe.

Le critiche sono arrivate anche perché il governo è accusato di non essere intervenuto per tempo, con interventi a livello centrale per aiutare le scuole a trovare spazi aggiuntivi e installare impianti di condizionamento, che ridurrebbero sensibilmente il rischio di contagio tramite aerosol.

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Giustizia

La speranza del governo è che la prudenza su scuola e vaccini permetta un approdo indolore della riforma della giustizia, che attualmente si trova in commissione Giustizia alla Camera, dove le forze di maggioranza stanno ancora trattando su quali emendamenti approvare.

La questione è in sostanza quante delle richieste di modifica presentate dal Movimento 5 Stelle approvare e se e quante accoglierne tra quelle presentate dal centrodestra. I primi vogliono allungare i tempi di prescrizione e accogliere almeno una parte dei cambiamenti domandanti dai magistrati. I secondi vogliono invece mantenere l’impianto della riforma e accogliere semmai le obiezioni degli avvocati.

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