L’ambasciatore ucraino negli Stati Uniti ha accusato questa notte la Russia di aver utilizzato bombe termobariche, o bombe a vuoto, durante l’invasione dell’Ucraina. Si tratta di un tipo particolare di ordigno esplosivo che, nelle sue versioni più grandi, è in grado di causare esplosioni più potenti di quelle di un piccolo ordigno nucleari.

Per il momento, non ci sono conferme indipendenti dell’utilizzo di questo tipo di bomba, ma gli esperti militari avvertono che potrebbe essere solo questione di tempo. Foto e video pubblicate in questi giorni mostrano numerosi lanciatori Tos-1, dotati di missili termobarici, entrare in Ucraina.

Come funzionano

Quelle che vengono chiamate comunemente bombe termobariche fanno parte della più ampia categoria dei cosiddetti “esplosivi volumetrici”, che funzionano tutti secondo il medesimo principio. 

Normalmente una molecola di esplosivo contiene al suo interno il carburante necessario all’esplosione e l’ossidante necessario a generare la reazione esplosiva, di solito ossigeno. 

In una bomba termobarica (così come in tutti gli esplosivi volumetrici), la sostanza esplosiva è composta al 100 per cento da carburante, mentre l’ossidante utilizzato è l’ossigeno dell’atmosfera. Questo permette di avere bombe molto più efficienti a parità di peso, poiché non hanno bisogno di contenere il loro ossidante.

In concreto, questo tipo di esplosivo funziona in due fasi. Una prima esplosione nebulizza il contenuto della bomba: una mistura di combustibile e particelle metalliche. In questo modo si crea una nuvola di aerosol infiammabile che nelle bombe più grandi può raggiungere un diametro di decine e decine di metri.

Dopo la dispersione del carburante e dopo che questo si è mischiato con l’aria, quindi con l’ossidante necessario all’esplosione, una seconda carica esplosiva, oppure in certi casi una reazione naturale, incendia la nuvola creando un’esplosione gigantesca che genera a sua volta una potente onda d’urto.

Quando le fiamme si estinguono, nell’arco di qualche decina di millisecondi, nell’area dell’esplosione si crea una condizione di quasi vuoto che risucchia violentemente tutta l’aria circostante (da qui il loro nomignolo “bombe a vuoto”).

Quello generato dagli esplosivi volumetrici è un meccanismo non così diverso da quello che si è verificato in seguito ad un incidente ferroviario nella stazione di Viareggio nel giugno 2009, quando una fuga di carburante nebulizzato da un treno cisterna ha causato un’esplosione che ha ucciso 33 persone.

Le bombe volumetriche possono essere costruite in ogni foggia e dimensione. Esistono bombe a mano termobariche e razzi termobarici che si posso lanciare da lanciamissili portatili. Altre sono così grandi che vengono trasportate dagli aerei e generano esplosioni in grado di rivaleggiare con le più piccole testate nucleari tattiche.

La fama

Per le sue caratteristiche, una bomba termobarica causa un’onda d’urto di minore intensità, ma di durata maggiore rispetto a un esplosivo tradizionale. Si tratta inoltre di un tipo di esplosione molto utile contro fortificazioni e in ambienti urbani, poiché la nuvola di aerosol è in grado di infiltrarsi dentro ripari e tunnel prima di essere innescata, rendendo molto meno utili ripari e protezioni.

Anche se l’utilizzo di armi termobariche in Ucraina non è ancora provato, gli esperti temono sia solo questione di tempo. I combattimenti si stanno avvicinando alle città, dove questo tipo di armi potrebbe essere particolarmente utile per eliminare difensori determinati. 

Utilizzati per la prima volta in Vietnam, gli esplosivi volumetrici hanno acquisito una fama sinistra, causata del loro complesso e spesso non del tutto compreso funzionamento. A volte gli stessi eserciti che le utilizzano contribuiscano ad alimentare questa fama. I russi ad esempio chiamano il loro lanciatore Tos-1 “lanciafiamme pesante”, anche se le testate termobariche non sono definibili in alcun modo come armi incendiarie. Gli americani chiamano la loro più grande bomba termobarica “madre di tutto le bombe”. I russi chiamano la loro “padre di tutte le bombe”.

Uno dei più frequenti racconti dell’orrore su questo tipo di arma sostiene che la zona di quasi vuoto generata dopo l’esplosione sarebbe in grado di soffocare chi si trova ai margini dell’area dell’esplosione. Secondo altri, questa seconda “implosione” sarebbe così forte da causare giganteschi danni agli organi interni, come i polmoni, che non lasciano alcun segno esteriore.

La maggior parte di queste ipotesi sono contestate o comunque mai dimostrate. Tutti gli esplosivi sono in grado di causare ferite spaventose e distruzioni indiscriminate e non ci sono elementi per sostenere che quelli volumetrici siano particolarmente orribili rispetto agli altri. Indipendentemente dalla tipologia, l’utilizzo di qualsiasi esplosivo in zone densamente abitate dove non è possibile distinguere tra civili e militari costituisce un potenziale crimine di guerra.

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