Nel calcio, e in generale in qualsiasi ambiente sportivo, la linea di confine tra ciò che è consentito e ciò che è punibile è netta, almeno sulla carta. Razzismo, insulti e violenza non dovrebbero trovare spazio. Eppure, ogni settimana, lontano dai riflettori, nei campi di provincia di tutta Italia succedono cose censurabili. L’obiettivo di questo spazio è occuparci del calcio pane e salame, una miniera di aneddoti, ma anche di insegnamenti su cosa NON dovrebbe trovare mai spazio su un rettangolo di gioco.


Compravendita di titoli sportivi

Nei campionati dilettantistici si vendono e si acquistano titoli sportivi, anche se la cosa - ovviamente - sarebbe un po’ proibita. L’ultimo caso viene dal Lazio. Il Parioli, retrocesso in prima categoria, mettendo le mani in tasca guadagna l’Eccellenza, “adottando” il titolo del Vicovaro. “Adottando” è un modo di dire. I due presidenti infatti (Nadia Morotti per il Parioli e Pierangelo Maugliani per il Vicovaro) si sono messi d’accordo per 70mila euro - in contanti - solo che le reti vengono in gran parte pagate con assegni insoluti.

La denuncia di Maugliani ha fatto emergere l’inghippo, non solo: Morrotti era già inibita a firmare assegni per la società Parioli. «Un triste mercimonio», lo ha chiamato il giudice sportivo.

Minacce e...schiaffoni

Sette mesi di squalifica per il portiere della Real Maddaloni (Campania), Karol Carpene, che dopo aver attraversato di corsa il campo, si è avventato sul calciatore della Polisportiva Puglianello, colpito con quattro o cinque calci allo stomaco e pugni al volto. Espulso, alla vista del cartellino rosso si è avventato sull’arbitro, non riuscendo a raggiungerlo perché bloccato dai suoi compagni di squadra.

Insulti e minacce di morte al direttore di gara, urla ai compagni di squadra di lasciarlo libero «così gli meno». Calmatosi un poco, ha continuato a minacciare l’arbitro, annunciandogli che lo avrebbe fatto cacciare dall’Aia «evidenziando di essere anche lui un arbitro».

Tornerà a giocare tra tre anni Mariano Scognamiglio (Academy Posillipo, Campania) per aver rifilato un pugno allo zigomo destro dell’arbitro a fine gara, tipo Bud Spencer, causando «forte dolore e ottundimento», sette giorni di prognosi, trauma facciale, tumefazioni alla regione zigomatica mascellare destra, contusione della faccia, del cuoio capelluto e del collo. Non pago, ha colpito con schiaffoni e spintoni anche il suo team manager che cercava di calmarlo.

Razzismo e grigliate

Marco Valletta (Melpignano, Puglia) si riposerà per 10 giornate, ha detto «toglimi le mani di dosso n***o di merda» a un calciatore dell’Atletico Tricase, reo soltanto di averlo invitato ad allontanarsi per poter battere una punizione, con queste parole: «Fratello mio, spostati». 

Il razzismo dilaga nelle categorie minori, dove le telecamere non ci sono. Multa sostanziosa allo Sporting club (Piemonte) per le intemperanze dei suoi tifosi nei confronti della terna. A un assistente nero hanno iniziato a gridare: «Sei un ri***ione, un umpa lumpa, meridionale di m*rda, pagliaccio, ti piace solo prenderlo nel c*lo». Inoltre, sono partiti sputi ogni volta che l’assistente passava sotto la tribuna dove erano sistemati questi signori.

Nel secondo tempo, sono tornati: «Ma da dove vi hanno preso, da Porta Palazzo? Sei una putt*na, mongolo di m*rda, a gente come te non piace la f*ga, vi muovete come i fr***i, perché non siete andati a fare una grigliata oggi invece di venire qui? I 30 euro ve li davamo noi». Alla fine solo 500 euro di multa, sono pochi. Mi chiedo perchè non li abbiano allontanati. 

Ricorso e controricorso: errori arbitrali

Sempre in Piemonte, dovrà giocarsi nuovamente Pozzomaina-Chieri, under 17, per errore tecnico dell’arbitro: credeva che i tempi durassero 40 minuti invece dei canonici 45, e quindi alla partita mancavano 10 minuti (5 del primo e 5 del secondo tempo). Ma si può?

Altro strepitoso errore arbitrale in Veneto, Savio-Tombolo under 19 a dieci minuti dalla fine è sul 3-1. L’arbitro espelle un quarto calciatore del Tombolo e fischia la fine della partita, essendo la squadra rimasta in sette. Errore: sette è il numero minimo, ma sufficiente. Qualcuno glielo fa notare e l’arbitro - dopo 2 minuti - va nello spogliatoio del Tombolo e dice: mi sono sbagliato, in sette si può giocare, tornate in campo e finiamo la partita. Risposta del Tombolo: «Impossibile, alcuni dei nostri calciatori sono già andati via» (dopo due minuti… ndr), con gente che scappava dalle finestre in mutande. Ricorso e controricorso, alla fine il giudice sportivo conferma il risultato del campo.

La combine tra società gemelle

Squalifiche massime per illecito sportivo, sempre in Piemonte, per un incontro (combinato) del campionato juniores provinciale. Il presidente della Torinese, Salvo Squillace, in una riunione con i dirigenti dell’Athletic Torinese, dice chiaro a tutti: «Non ci sono c*zzi, domenica, in un modo o nell’altro, da questo derby la Torinese deve uscire con i tre punti. Fate quanti c*zzo di gol vi pare, schierate chi c*zzo vi pare, l’importante è che al 90esimo la Torinese faccia un gol in più».

Allenatori e giocatori non si prestano alla “pagliacciata” e l’Athletic non si presenta proprio in campo: partita persa. Poi scattano le indagini. Torinese e Athletic Torinese sono due società gemelle, presidente della prima è Salvo Squillace, presidente della seconda è sua moglie, Irene Crucitti. Condividono stesso campo di gioco, stesso ufficio, stessi dirigenti, e stesso girone. Di qui, i risultati addomesticati.

Ancora, 800 euro di multa all’Ostuni (Puglia) per lancio di bottigliette verso la squadra avversaria, «piene di acqua e di altro». Indovinate cosa. Mille euro di multa all’Aci Sant’Antonio (Sicilia) per un petardo («di tipo magnum») fatto scoppiare all’interno dello spogliatoio arbitrale. Risultato: vetri rotti ovunque e terna rintronata fino al mattino seguente. Bum.

© Riproduzione riservata