Il Forest Green Rovers, club semi-professionistico inglese noto per esser stato riconosciuto dall’Onu come la prima squadra a impatto zero sul pianeta, ha lanciato un programma nato dalla collaborazione con Simon Opher, medico di base e membro del partito laburista. Al centro attività di calcio camminato e l’accoglienza dei pazienti allo stadio, dove possano sentirsi parte attiva di una comunità e alleviare così il loro senso di solitudine
In Inghilterra la depressione si combatte anche sugli spalti di un campo di calcio. Dimentichiamoci gli scintillanti stadi della Premier League e addentriamoci nei meandri delle categorie minori del calcio inglese, direzione Forest Green Rovers. Il club, attualmente quinto nella National League (la categoria che funge da ponte tra il professionismo e il semi-professionismo) sta giocando una partita che, nel mese di novembre, dedicato alla salute mentale maschile con il Movember, acquisisce un valore ancora più significativo.
Cosa c’entra un club di semi-professionisti con la salute mentale? La risposta è un programma dal nome semplice ma ambizioso: “Football on Prescription”. Lanciato circa due mesi fa nella contea del Gloucestershire, una delle più antiche del Regno Unito, rappresenta un unicum in Europa e probabilmente nel mondo.
Il progetto è nato dalla collaborazione tra Dale Vince, imprenditore e presidente del club, e Simon Opher, medico di base e membro del partito laburista, nonché uno dei pionieri del concetto di “prescrizione sociale”.
Una squadra a impatto zero
In concreto, con la “prescrizione sociale” viene privilegiata la partecipazione a iniziative in grado di rafforzare il senso di appartenenza a una comunità, al creare legami e alla conseguente riduzione del senso di solitudine. Un approccio che con il lavoro di Opher si sta diffondendo lentamente nel Regno Unito e che trova nel calcio un alleato fuori dagli schemi e che promette bene.
Secondo Opher, è proprio l’isolamento sociale una delle cause più frequenti di disagio psichico tra gli uomini della fascia under 50. E il calcio, con la sua capacità di aggregazione, rappresenta un contesto privilegiato in cui costruire relazioni e senso di comunità. Il Forest Green Rovers ha abbracciato da subito l’iniziativa, confermando la propria vocazione all’impegno sociale. Il club non è nuovo a sperimentazioni pionieristiche: con l’arrivo di Vince, figura di riferimento nel mondo industriale inglese a forte vocazione green, sono state introdotte numerose innovazioni in ambito ambientale e sportivo.
Oltre ad essere stato il primo club al mondo a giocare su un campo completamente biologico, nel 2021 ha adottato un kit da gioco realizzato interamente con materiali riciclati, tra cui plastica e fondi di caffè. In virtù di ciò, le Nazioni Unite hanno riconosciuto il club come la prima squadra di calcio a impatto zero sul pianeta. Un impegno che si riflette anche nelle infrastrutture: il New Lawn, stadio del club, è una delle prime strutture calcistiche completamente eco-sostenibili, alimentata da fonti rinnovabili impiegate nelle attività di gestione delle strutture come l’irrigazione e l’illuminazione.
Contro la solitudine
È proprio qui che vengono accolti i pazienti coinvolti nel programma “Football on Prescription”. A riceverli c’è Robbie Savage, allenatore del club ed ex calciatore con un passato in squadre come Manchester United, Leicester City e Derby County e una carriera di tutto rispetto con la maglia del Galles. Savage, in un’intervista alla BBC, ha raccontato quanto il senso di comunità legato al calcio abbia avuto un ruolo positivo anche nella sua vita, segnata in passato da momenti di isolamento.
Il coinvolgimento di Savage, citato da Gennaro Gattuso nella sua biografia come “somigliante”, ha un impatto concreto nell’accoglienza dei pazienti, che possono così vivere l’esperienza dello stadio non solo come spettatori, ma come parte attiva di una comunità.
L’iniziativa, infatti, non si limita alla semplice visione delle partite: Opher ha esteso il programma anche allo Stroud Walking Football, un altro club della zona. Questo ha permesso di aggiungere una componente attiva al progetto, includendo il cosiddetto “calcio camminato”, una disciplina pensata per persone di tutte le età, che consente di praticare sport in modo accessibile e socialmente stimolante.
A oggi il programma è ancora in fase iniziale e non ci sono ancora delle evidenze scientifiche tali da certificarne la bontà o da permetterne la diffusione su larga scala, ma l’accoglienza ricevuta sembra indicare una direzione chiara: si può affrontare il disagio psichico anche attraverso spazi non convenzionali come uno stadio di calcio, che in Inghilterra è stato già accostato a questo nobile scopo con lo spot del Norwich datato 2023 e dedicato proprio al senso di comunità che il calcio può sprigionare.
In questa storia c’è un altro simbolismo: il paese una volta noto per gli hooligans oggi prova a spiegare al mondo che lo stadio non è più solo un posto dove si gioca una “semplice” partita ma un ambiente in cui si può ricominciare a vivere, senza più restare soli.
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