A 37 anni e con una carriera da gigante alle spalle, Danilo Gallinari ha annunciato con un post su social il suo ritiro dal basket

«Oggi, con il cuore pieno di gratitudine, annuncio il mio ritiro dopo una carriera che ho sempre sognato. Una carriera costruita con il duro lavoro, i sacrifici, le vittorie, le sconfitte, i compagni di squadra diventati fratelli, la guida dei miei allenatori e, naturalmente, la famiglia e gli amici che sono stati con me in ogni passo del cammino», ha detto il cestista italiano con un lungo passato in Nba dove è approdato nel 2008. Qui ha giocato 777 partite segnando oltre 11.600 punti con le maglie dei dei New York Knicks, Nuggets, Clippers, Thunder, Hawks, Spurs e più recentemente i Milwaukee Bucks.

«È stato un viaggio incredibile – ha proseguito Gallinari – ricco di ricordi che porterò con me per tutta la vita. A chi ha creduto in me, a tutti quelli che mi hanno sostenuto e a chi ha condiviso i momenti con me: grazie, dal profondo del cuore. Sono entusiasta per il prossimo capitolo!». 

Con la maglia della nazionale italiana Danilo Gallinari vanta anche qui una lunga carriera tra Europei, Mondiali e Olimpiadi, senza mai però riuscire a vincere un titolo.

Le origini lombarde

Figlio di Vittorio, ex cestista di Olimpia e Virtus Bologna, Danilo Gallinari esordisce in Serie B nella stagione 2004-2005 con la casacca della Casalpusterlengo. Da lì inizia la sua scalata che lo porterà dopo qualche anno in Nba – la Lega cestistica più importante al mondo – attirando le attenzione dell’Olimpia Milano che lo acquista nel 2005.

Nello stesso anno viene girato all’Edimes Pavia per poi tornare nella città meneghina 365 giorni dopo. Con la casacca rossa, Gallinari si mette in mostra vincendo il Rising Star Trophy come miglior under 22 dell’Eurolega e il trofeo di miglior giocatore della regular season della Serie A nel 2008.

La consacrazione a stelle e strisce

Ad aprile 2008 si dichiara eleggibile per il draft Nba, risultando la sesta scelta dei New York Knicks del leggendario coach Mike D’Antoni. A partire da quel giorno Gallinari diventa una leggenda del basket italiano, capace di rimanere nella massima lega cestistica per 16 anni. Salvo un breve ritorno a Milano durante il lockout Nba del 2011.

Dopo aver inciso per anni e anni sui parquet più belli del mondo, Gallinari ha iniziato a calare fisicamente. La lega statunitense è spietata. Il livello è altissimo e si può essere tagliati senza troppi ringraziamenti. Basta una chiamata del general manager. Gallinari avrebbe fatto gola a tutte le squadre di Eurolega. Ma decide di rimanere e firmare un triennale con una franchigia non da titolo come gli Atlanta Hawks nel 2020. 

Invece quegli Hawks ribaltano tutti i pronostici, battendo Philadelphia in gara 7, arrivando in finale di Conference. Trascinati dall’estro di un giocatore schizofrenico come Trae Young. Ma non solo. Quella prova fu marchiata da 17 punti del “Gallo” e da un recupero fenomenale su un mostro sacro del gioco come Joel Embiid. Si tratta della seconda finale in cinquant’anni.

Poi arriva il trasferimento nel 2022 nel super team dei Boston Celtics. Un premio alla carriera. Tuttavia, la rottura del legamento crociato anteriore mina il suo biennio al TD Garden. 

Infine Porto Rico, una meta inconsueta per un giocatore del suo calibro. Anche questa volta l’Europa, e l’Italia, erano pronti ad accoglierlo a braccia aperte ma Gallinari decide il 22 gennaio 2025 di ufficializzare il suo trasferimento ai Vaqueros de Bayamón. Ha comunque chiuso la sua carriera da campione, vincendo il campionato portoricano e con la nomina di Mvp delle finali.

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