Nel 2021 l’elezione di Samuel Eto’o alla presidenza della Federcalcio del Camerun era stata accolta come l’inizio di una nuova era. Per molti tifosi e addetti ai lavori, l’ex Inter incarnava la speranza di un futuro migliore: l’uomo in grado di introdurre maggiore professionalità a livello locale, riportare la Nazionale maschile ai fasti di quando Eto’o stesso, insieme a Patrick Mboma, terrorizzava le difese di tutta l’Africa e dare nuovo slancio al movimento femminile.

Quattro anni più tardi, il sostegno nei suoi confronti si è ridotto al minimo e la sua rielezione, avvenuta sabato 29 novembre, è stata accompagnata da una lunga scia di critiche e dalle stesse accuse che hanno contraddistinto l’intero primo mandato.

Del resto, la leggenda del calcio camerunense è stata coinvolta in una serie di scandali che hanno contribuito a macchiare l’immagine della federazione e a offuscare anche quanto di buono è stato fatto, tra cui l’avvio di una lega femminile strutturata e l’aumento del salario minimo per i giocatori di prima divisione a circa 300 euro.

Le accuse

La prima vicenda controversa riguarda un caso di combine: nel 2023 a Eto’o è stato contestato di aver interferito in alcune partite di seconda divisione per manipolarne i risultati e favorire la promozione in massima serie del Victoria United, club appartenente a un suo amico. A questa denuncia si aggiunge un evidente conflitto di interessi legato al suo ruolo di ambasciatore della società di scommesse 1xBet - sponsor delle prime due divisioni camerunesi e della Nazionale - per il quale nel 2024 ha ricevuto una multa di 200mila dollari dalla Confederazione calcistica africana (Caf).

Non meno gravi sono le accuse emerse quest’anno. La prima riguarda l’appropriazione indebita: Eto’o è sospettato di aver dirottato 600mila dollari provenienti da amichevoli disputate dal Camerun negli Stati Uniti verso conti privati in Qatar, una vicenda oggi al centro delle indagini delle autorità americane.

Infine, alla vigilia del 29 novembre, è comparsa l’ombra di interferenze nel processo elettorale, con denunce di irregolarità aggravate dalla contestata presenza di due suoi fratelli tra i delegati aventi diritto di voto.

Lo scontro con il ministero

In questo scenario disastrato si inserisce lo scontro ormai aperto tra Eto’o e il ministero dello Sport, determinato a riportare la federazione sotto la propria egida. Dopo che Eto’o, con la sua intraprendenza, si è conquistato un’autonomia senza precedenti, il ministro Narcisse Mouelle Kombi ha cercato di mettergli un freno.

Inizialmente, ha imposto alla federazione la nomina di Marc Brys come cittì, sottolineando che è il ministero a finanziare gli stipendi dello staff tecnico. L’anno scorso il primo incontro tra Eto’o e l’allenatore belga è degenerato in una accesa discussione. La federazione ha reagito sostituendo Brys con un allenatore ad interim, per poi fare marcia indietro su pressione del governo.

Alla vigilia delle elezioni di sabato scorso, poi, il ministero dello Sport avrebbe addirittura tentato di bloccarne lo svolgimento non inviando i propri supervisori allo scrutinio. Questa diatriba avrebbe potuto comportare il rischio di un intervento della Fifa per ingerenze politiche, ma alla fine la situazione è rientrata.

Nemmeno le proteste organizzate in occasione dell’assemblea elettiva hanno cambiato un esito che appariva già scritto, soprattutto dopo l’annullamento della candidatura degli avversari. Fifa e Caf hanno supervisionato le elezioni ed Eto’o è stato rieletto presidente con 85 voti su 87.

Fallimenti sportivi

Il lavoro che attende l’ex attaccante del Barcellona, però, è enorme, perché tutte queste turbolenze istituzionali hanno avuto pesanti ricadute sul piano sportivo. La Nazionale maschile, nonostante una qualificazione agevole alla Coppa d’Africa di quest’anno, ha mancato l’accesso ai Mondiali 2026, i primi a garantire dieci posti al continente africano.

Deludente anche il bilancio della Nazionale femminile, che non si è qualificata per le ultime due edizioni dei Mondiali e per i Giochi olimpici 2024. Anche le rappresentative giovanili di entrambi i generi hanno collezionato una serie di fallimenti, confermando le difficoltà dell’intero movimento.

Nel discorso successivo alla rielezione, Eto’o ha affermato che «nessun calciatore o allenatore sarà più al di sopra del Camerun». Detto, fatto. Il 1° dicembre è arrivata la resa dei conti: Brys è stato sollevato dall’incarico proprio mentre veniva annunciata la lista dei convocati per la Coppa d’Africa, da cui è stato escluso André Onana, con il quale Eto’o aveva avuto un duro scontro ai Mondiali 2022.

Alla luce di ciò, in molti si chiedono se non sia lo stesso Eto’o, definito un dittatore da un ex compagno di Nazionale, il primo a doversi mettere in discussione.

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