BOLOGNA - «Hanno vinto i muscoli» ha detto a un certo punto Matteo Lepore, il sindaco di Bologna. Non era un segno di resa. E nemmeno un gesto di rassegnazione. Ma una presa di coscienza. È già pomeriggio quando il tavolo in prefettura scioglie le ultime riserve: Virtus-Maccabi Tel Aviv di venerdì 21 novembre (ore 21), al PalaDozza, si giocherà. È deciso. L’Eurolega non si ferma. The show must go on.

Anche se venerdì sono attesi 5-10mila manifestanti pro-Pal con ritrovo in Piazza Maggiore che sfileranno attraverso una Bologna blindata. «Ho rappresentato la mia contrarietà, ma mi è stato ribadito dal prefetto e dal ministero dell'Interno che ci sono le condizioni di ordine pubblico e rispetto dell'incolumità dei cittadini per poterla svolgere. Non posso che prenderne atto», ha detto ancora Lepore.

Città blindata

Al Comune di Bologna la gestione dell’ordine pubblico con quasi 250 uomini schierati costerà, ha stimato il sindaco, «circa 200mila euro». E però qui non sono i soldi il punto. È semmai la paura che si scateni un inferno per le vie della città attorno al palazzetto dello sport. Niente ha fatto cambiare idea alla prefettura. Tantomeno al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che nelle ore scorse si era espresso senza lasciare spazio a incertezze: «La partita tra Virtus Bologna e Maccabi per noi si gioca: ci sono le condizioni, con tutte le cautele. Se il sindaco ritiene non si debba giocare, potrebbe anche vietarla, un sindaco non è privo di poteri». La situazione, però, è più complessa di così.

Si è deciso di creare un sistema di sicurezza con un doppio anello. Il primo a distanza dal PalaDozza, l’altro nei quattro punti attorno al palazzo. I cancelli apriranno alle 18.30, mentre la biglietteria chiuderà già giovedì 20 novembre per dare modo alle forze dell’ordine di verificare altri dettagli. Sistemi di allerta rigidi ai varchi: doppi controlli con documenti e biglietto. In pratica, chi non avrà un accredito o un ticket resterà confinato nella zona dei viali, cioè distante del PalaDozza.

Per la partita di Eurolega si parla di 4.500 tifosi delle Vu Nere presenti, niente sold out. E da Tel Aviv arriveranno in 80, tifosi che voleranno in charter con la squadra, che si spostano con il Maccabi ogni volta che gioca. Di fatto, non esiste un seguito della squadra da Tel Aviv. Quello che preoccupa, semmai, è il contesto. «Tutto questo limiterà molto la libertà di movimento dei cittadini nella giornata di venerdì, ma io non ho potuto che prendere atto delle decisioni prese dalla prefettura», ha detto ancora Lepore.

I giocatori della Virtus, raccontano da Bologna, sono calmi. Nessuno ha chiesto il rinvio. Gli italiani hanno voluto sapere l'evoluzione degli eventi, tutto qui. La squadra arriverà al palazzetto in autobus per evitare l'impiego di trenta automobili. La Virtus ha gestito le cose con calma. Il vicepresidente Giuseppe Sermasi ha fatto sapere che la società ha preso atto «che le condizioni di sicurezza della gara sono state garantite e ha attuato tutte le misure degli enti competenti al fine di garantire la sicurezza dell’evento».

Braccio di ferro tardivo

Bologna non è l’ombelico del mondo. A Milano, che giovedì sera se la vedrà contro l’Hapoel Tel Aviv, il grado di attenzione è lo stesso. Sono previste contestazioni all'interno del Forum, con il gruppo Milano Brothers che ha invitato tutti «a compiere un gesto simbolico dopo l'annuncio delle formazioni fino ad inizio partita sventolando un fazzoletto bianco come segno di rispetto per le vittime di tutti i crimini commessi dallo stato israeliano».

Se la squadra di coach Ettore Messina gioca per la quinta vittoria europea consecutiva, la Virtus Bologna di Dusko Ivanovic vuole cancellare il mal di trasferta e tenere la corsa in casa (4 successi su 4 come il Real Madrid). Questo è il campo. Ma è chiaro che la manifestazione bolognese pro-Pal pesa. Certo, spostare o annullare un match non era così semplice. I club fanno capo all’Eurolega, che da almeno un mese chiede delucidazioni. Con un calendario pubblicato ad agosto, e con la situazione geopolitica già grave in estate, il braccio di ferro tra istituzioni appare se non altro poco repentino.

Nel caso della Virtus, poi, il club aveva già dato da dieci giorni la disponibilità a giocare a porte chiuse. E nel caso di uno slittamento (si era parlato di cambiare data e sede) servivano tempi adeguati per evitare il 20-0 a tavolino. Eurolega chiede di giocare su un campo idoneo per la massima competizione europea di basket. Gli unici a disposizione erano Trento e Venezia (che giocano l’Eurocup). E ovviamente Milano (opzione esclusa nel giro di un amen).

Con tanti dettagli e interrogativi da risolvere. Per esempio: i canestri. Eurolega chiede i suoi, con i suoi sponsor. In caso di un cambio campo, la Virtus se li sarebbe dovuti portare da casa.

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