«Cambiamenti climatici senza precedenti. Molti di questi sono senza precedenti in migliaia, se non centinaia di migliaia di anni, e alcuni tra quelli che sono già in atto, come il continuo aumento del livello del mare, sono irreversibili in centinaia o migliaia di anni». Questo l'allarme che arriva dall'ultimo rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc) pubblicato oggi, dove gli scienziati rilevano cambiamenti nel clima della Terra in ogni regione e in tutto il sistema climatico.

Dal caldo delle Olimpiadi di Tokyo, all’incremento degli incendi, dagli uragani al riscaldamento degli oceani, gli effetti del mutamento climatico «sono peggiori di quanto si poteva immaginare negli anni passati» ha detto Petteri Taalas, Segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale. «Il mutamento climatico è qui e ora» ha aggiunto Inger Andersen, direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.

Allarme rosso

«L'odierno rapporto dell'Ipcc è un codice rosso per l'umanità. I campanelli d'allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra provenienti dalla combustione di fonti fossili e dalla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo miliardi di persone a rischio immediato» ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in occasione della presentazione del rapporto, e ha aggiunto: «Il riscaldamento globale sta colpendo ogni regione della terra, e molti dei cambiamenti stanno diventando irreversibili». La soglia concordata a livello internazionale di 1,5 gradi centigradi «è pericolosamente vicina. L'unico modo per evitare di superare questa soglia è quello di intensificare urgentemente i nostri sforzi».

Guterres non lascia spazio a carbone, gas e petrolio: «Questo rapporto dovrebbe suonare come un rintocco a morte per il carbone e i carburanti fossili, prima che distruggano il nostro pianeta se uniamo le forze ora, potremo evitare una catastrofe climatica», e ha detto che i leader mondiali non hanno più tempo per rinvii o scuse.

Il rapporto

L’Ipcc nello specifico ha presentato oggi la prima parte del nuovo rapporto  "Climate change 2021: the Physical Science Basis": «A meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra – segnalano gli esperti -, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata».

Il testo vuole fornire ai decisori politici «le ultime conoscenze acquisite sul riscaldamento globale passato e sulle proiezioni future, mostrando come e perché il clima è cambiato fino ad oggi e includendo una migliore comprensione dell'influenza umana sul clima, inclusi gli eventi estremi» recitava la nota che ne dava notizia. Non tutto però è perduto, piani per emissioni zero, finanziare i paesi in via di sviluppo e portare tutti a cooperare per lo scopo, dai decisori politici alla popolazione, hanno sottolineato gli esperti, sono passi necessari.

Non solo la CO2

Come anticipato su Domani bisognerà fare i conti non solo con la CO2 ma anche con il metano e gli altri gas serra.

Gli esperti chiedono nello specifico di intervenire nel prossimo meeting internazionale sul clima: «La Cop26 sarà un passaggio critico». Il report oltre a segnalare le evidenze dell’emergenza approfondisce il collegamento con le attività umane.

Le emissioni antropiche dei principali gas serra sono ulteriormente cresciute, raggiungendo nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione (ppm) per CO2 e 1866 parti per miliardo (ppb) per il metano. Gli scienziati non hanno dubbi: la parte preponderante del riscaldamento climatico osservato è causata dalle emissioni di gas serra derivate dalle attività umane.

La concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800.000 anni. Nel corso degli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta ad una velocità che non ha uguali negli ultimi 2000 anni. Panmao Zhai, climatologo cinese, segretario generale della Società meteorologica cinese e uno dei sei copresidenti del gruppo di lavoro intergovernativo sui gruppi di lavoro sui cambiamenti climatici, ha mostrato in una slide gli impatti su oceani, ghiacci e CO2.

Il mutamento climatico sta avendo effetti su tutte le parti del globo: la concentrazione di CO2 è la più alta degli ultimi 2000 anni e i livelli del mare stanno crescendo a una velocità mai vista prima. 

L’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna che ha partecipato alla stesura del report, spiega che nel Mediterraneo e in Europa, che ci interessano più direttamente, eventi estremi di elevata temperatura, stimati sulla base delle temperature massime giornaliere ma anche sulla durata, frequenza ed intensità delle ondate di calore, sono aumentati dagli anni ‘50, così come nel Mediterraneo sono aumentati fenomeni siccitosi misurati in base al contenuto di umidità del suolo e al bilancio idrico: «In entrambi i casi, l’aumento è da attribuirsi all’attività dell’uomo» ripetono ancora una volta, e proseguono: «In base alle proiezioni climatiche disponibili, questi aumenti continueranno nel futuro, con intensità crescenti parallelamente all’aumento del valore di riscaldamento globale raggiunto».

Diffidare del caldo e del freddo

Il report spiega inoltre che la temperatura può trarre in inganno. Se da una parte le ondate di calore stanno aumentando come evidente conseguenza del peggioramento del clima, dall’altra le emissioni di particolato causano un effetto “aerosol cooling” che comporta un apparente abbassamento delle temperature mentre il surriscaldamento globale continua a peggiorare.

La pandemia, hanno ricordato gli esperti, ha influito nel 2020, ma ha portato a un taglio delle emissioni solo temporaneo, così la riduzione delle emissioni inquinanti ha portato a un seppur temporaneo miglioramento della qualità dell’aria a livello globale e alla riduzione del 7 per cento delle emissioni globali di CO2 – «una riduzione enorme mai sperimentata nei decenni passati» spiega il team di Bologna –, ma non ha prodotto alcun effetto sulla concentrazione di CO2 in atmosfera e, conseguentemente, nessun apprezzabile effetto sulla temperatura del pianeta.

Per contrastare il riscaldamento climatico sono necessarie riduzioni della concentrazione di CO2, che permane in atmosfera per centinaia di anni, e degli altri gas serra che siano sostenute nel tempo e di grossa entità fino alla completa decarbonizzazione.

Il report è stato approvato dai delegati di tutti i paesi. Valérie Masson-Delmotte, climatologa tra i presentatori del rapporto, ha concluso: «Ci aspettiamo un aumento degli eventi estremi», ma per l’Ipcc questo non deve portare a gettare la spugna: «Il futuro è nelle nostre mani».

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