- Non c’è ossa o traccia che possa raccontarci i sentimenti di quel mondo lontano, ma oggi paleontologi, paleoantropologi, archeologi e ricercatori di varie discipline stanno iniziando a ricostruire proprio ciò che i fossili non ci dicono.
- Le tracce, tanto per iniziare, hanno un ordine, il che significa che gli eventi possono essere letti come una narrazione. E la storia di quella donna, del bambino e del bradipo gigante non è certo l’unico esempio.
- Un’esplosione di scoperte di impronte sta rivelando un nuovo ritratto del lontano passato, dalla divisione del lavoro tra i sessi alla fine dell’età della pietra al comportamento di animali estinti da tempo.
Forse non aveva più di vent’anni la donna che ha attraversato la pianura fangosa con in braccio un bambino di tre anni. A un certo punto lo mette a terra per riprendere fiato. Ma ha troppa paura per fermarsi a lungo. I due sono soli e per questo sono un facile bersaglio per le tigri dai denti a sciabola che potrebbero nascondersi nelle vicinanze. La ragazza prende di nuovo in braccio il bambino e si affretta, svanendo in lontananza. Per un po’ ritorna il silenzio. Poi un gigantesco bradipo te



