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Germania, Austria e Svizzera sono di nuovo nella morsa del Covid-19: mentre in Austria oggi entra in vigore il nuovo lockdown, che sulla carta dovrebbe durare solo fino al 13 dicembre, in Germania la settimana scorsa un nuovo confronto tra governatori dei Land e governo federale ha cercato di trovare la soluzione per gestire l'epidemia in un paese in cui il livello di immunizzazione completa arriva appena al 68 per cento. Resta il dubbio se le misure, poco incisive e complicate da applicare, possano fare la differenza, considerato lo zoccolo duro di persone che continuano a rifiutare il vaccino, come avviene in alcune valli della Svizzera, dove i residenti impediscono l'accesso anche ai bus di vaccinazioni spediti dal governo.

Il ministro della Salute uscente Jens Spahn tenta di spingere sui vaccini, arrivando addirittura a bloccare gli acquisti di Pfizer per non rischiare di sprecare le dosi Moderna ancora nei magazzini dei centri vaccinali tedeschi. Una mossa fortemente criticata dai medici e da altri politici tedeschi, che avrebbero preferito vedere le dosi in scadenza messe a disposizione di altri paesi, visto che la commissione competente ha più volte adeguato le proprie raccomandazioni per Moderna.

Intanto, le ricadute sociali di un nuovo inverno in pandemia si fanno sentire: oltre alle polemiche di chi per principio è contrario alle vaccinazioni, si registrano altre due tendenze preoccupanti. La prima è ben illustrata da un editoriale di Malte Kreuzfeldt sulla Taz, che spiega come le scarse misure di contrasto possano mettere a rischio la fiducia dei cittadini nello stato. L'altra questione che emerge è quella della faglia che dopo due anni di pandemia corre nella popolazione divisa tra vaccinati e non vaccinati e rischia di essere ampliata dal dibattito sull'obbligo vaccinale. Tra l'altro, uno studio ha rilevato una correlazione tra l'incidenza del virus e il consenso per il partito della destra estrema AfD.

Il paese attende anche con una certa ansia i risultati della trattativa della coalizione semaforo: nel fine settimana è circolata una lista di ministri, prontamente smentita, ma in settimana dovrebbe arrivare la vera composizione del governo Scholz. Nell'attesa, vi segnaliamo l'intervista dello Spiegel alla fotografa che ha ritratto per oltre trent'anni Angela Merkel e l'ha vista cambiare davanti al suo obiettivo, fare pace con la sua posizione di potere e soprattutto inventare la "Raute", il suo gesto caratteristico.

Cultura e geopolitica

Questa settimana iniziamo la rassegna dei nostri pezzi "tedeschi" con un contenuto culturale. Il precisissimo Michelangelo Freyrie si è messo sulle tracce di Johann Wolfgang Goethe e di chi l'ha imitato nella sua Italienreise. Il poeta tedesco è stato quasi influencer nel risvegliare il bisogno di Italia dei tedeschi e in tanti hanno seguito il suo esempio: oggi, il responsabile della Biblioteca Hertziana di Roma Golo Maurer nel suo saggio Heimreisen spiega cos'è che porta i tedeschi a tornare continuamente nella penisola.

L'esperto Sergio Matalucci approfondisce il significato del nuovo stop a Nord Stream 2 e spiega le possibili implicazioni della decisione dell'ente regolatorio tedesco. La decisione dell’ente viene a poche ore dall’inclusione dell’ucraina Naftogaz nel processo di certificazione del gasdotto. Interpretazioni: la Germania prende tempo, le relazioni tra Ue e Russia si stanno complicando, mentre Nord Stream 2 può essere facilmente usato come leva geopolitica.

Tornano anche i Barbari di Fernando D'Aniello e Veronica Cirillo, che nella prima puntata della nuova stagione raccontano l'Italian Film Festival di Berlino.

Abbiamo provato a dare, in questo nuovo invio della newsletter, seguito agli spunti che ci avete inviato rispondendo al sondaggio che vi avevamo proposto. Speriamo che questo esperimento vada nella direzione giusta, fateci sapere cosa ne pensate.
Vi aspetto la prossima settimana con le vostre idee e spunti per La Deutsche Vita, se siete interessati e volete intervenire, potete scrivere a lisa.digiuseppe@editorialedomani.it.

Grazie e a presto!

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