- «Mi piaceva studiare, stare con gli altri ragazzi e imparare la vostra lingua ma la mia famiglia aveva bisogno di me e ho dovuto lasciare la scuola per andare a lavorare», dice Sonya
- La sua storia disvela la diffusa retorica di uno sviluppo economico in corso in questo paese che d’un sol colpo ha cancellato la povertà, l’emarginazione e lo sfruttamento di migliaia di italiani e immigrati.
- Questa giovane donna indiana abita con il padre, bracciante precario alla quotidiana ricerca di un posto di lavoro in una delle 7.000 aziende agricole locali.
«Mi piaceva studiare, stare con gli altri ragazzi e imparare la vostra lingua ma la mia famiglia aveva bisogno di me e ho dovuto lasciare la scuola per andare a lavorare». Sono le prime parole di Sonya, una ragazza di origine indiana maggiorenne da poche settimane e residente a Sabaudia, in provincia di Latina. Ha occhi vivaci, un sorriso accogliente e una volontà di ferro nel superare gli ostacoli che ogni giorno incontra in questo paese. Il primo, tra questi, è la povertà, che fagocita le



