Tutte le notizie di oggi, 24 ottobre: dall’arresto di “Otoniel” il narcotrafficante colombiano più ricercato al mondo al ritorno in campo di Silvio Berlusconi che si racconta in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, fino al tweet di Alarm Phone.

Proteste no green pass fermati nove militanti neofascisti

Altro fine settimana e altro sabato di proteste a Milano contro l’introduzione del green pass. Un vasto numero di agenti di polizia è stato schierato per sorvegliare un centinaio di manifestanti che hanno paralizzato il centro cittadino provocando forti disagi alla mobilità. Dalla questura fanno sapere che i manifestanti più violenti sono stati monitorati e bloccati ogni qualvolta hanno cercato di raggiungere obiettivi sensibili come la sede della Cgil di Milano, per evitare il tragico epilogo accaduto a Roma lo scorso 9 ottobre, quando esponenti di Forza Nuova hanno assalito e vandalizzato la sede del sindacato.

Insieme a qualche lavoratore, sabato hanno sfilato anche anarchici e giovani legati ai movimenti di estrema destra.

Tra questi ne sono stati fermati nove, di età compresa tra i 28 e i 45 anni, tutti appartenenti alla Comunità militante dei dodici raggi di stampo neofascista che a sede a Varese. Hanno sfilato sotto la sigla Do.Ra e sono stati portati in questura dopo aver intonato cori di chiaro stampo fascista. Ora dovranno rispondere di apologia del fascismo, manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico ufficio e violenza privata. Inoltre, i nove ragazzi sono stati raggiunti da un foglio di via obbligatorio (otto della durata di un anno, e uno di sei mesi). La giornata di sabato si è conclusa anche con l’arresto di un giovane 22enne di origine egiziane per resistenza a pubblico ufficiale e con altre 74 persone denunciate per manifestazione non preavvisata. Anche a Roma e Trieste sono scesi in piazza centinaia di manifestanti.

Alarm Phone, due imbarcazioni alla deriva: 128 persone a bordo

«Siamo in contatto con 68 persone, tra cui molti bimbi, in pericolo e in fuga dalla Libia. Autorità allertate 15h fa! Hanno problemi col motore e ci sono vento forte e mare duro. Chiediamo alle autorità europee di rispettare il loro dovere di soccorso!», scrive su Twitter Alarm Phone, l’organizzazione di volontari che prestano assistenza per il soccorso in mare. Secondo Alarm Phone un aereo di Frontex ha sorvolato l’imbarcazione che attualmente non è stata ancora soccorsa e si trova in grande difficoltà.


Sempre da quanto riferisce Alarm phone, non è l’unica imbarcazione in pericolo. Un’altra con circa 60 persone a bordo sta chiedendo aiuto dopo aver iniziato imbarcare acqua e ora rischia il nubifragio. Anche qui, nessuna risposta dei soccorsi: «Abbiamo perso i contatti con le 60 persone sul gommone che si sgonfiava! Il mercantile Hafnia Malacca, che si è avvicinato alla barca per assisterla riferisce di un possibile respingimento dalla Sar di #Malta. Basta con questi crimini in mare! Nessun ritorno illegale in #Libia!”, scrive Alarm Phone su Twitter.

Berlusconi difende Meloni e Salvini ma non vuole il voto anticipato

«L’Italia ha bisogno di un centrodestra liberale, cristiano, europeista, garantista. Sta a noi costruirlo e rafforzarlo, perché la politica italiana ha bisogno di questo» dice l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, forte dell’assoluzione nel processo Ruby Ter pronunciata in settimana.

Nella lunga intervista rilasciata al quotidiano di via Solferino, il leader di Forza Italia mantiene le distanze da Fratelli d’Italia e dalla Lega di Salvini, pur difendendo l’intera coalizione del centrodestra a una settimana dalla disfatta politica nelle elezioni amministrative. Non ha dubbi, infatti, sul fondamento democratico del partito di Giorgia Meloni, finito sotto accusa dopo l’assalto alla Cgil dello scorso 9 ottobre per una vicinanza pericolosa con gli ambienti neofascisti. Tuttavia, né a Giorgia Meloni, né a Matteo Salvini, l’ex premier affiderebbe il ruolo di federatore.

Riguardo al malcontento che c’è all’interno del suo partito Berlusconi dice: «Si tratta di incomprensioni personali, che vanno ricomposte, non di conflitti sulla linea politica che, lo ripeto, è condivisa da tutti e non ha alternative. Sinceramente — lo dico con stima e affetto per amici che collaborano con me da molti anni — preferirei non leggere sui giornali notizie di polemiche che non ci rappresentano e che non credo interessino gli italiani».

Da più di un anno il nome di Berlusconi è più che una suggestione per il Quirinale per il dopo Mattarella, ma il leader di Forza Italia glissa la questione fino a quando il mandato dell’attuale presidente della Repubblica non sarà concluso. Quello che vuole fare oggi – dice – è portare l’Italia fuori dalla crisi economica provocata dalla pandemia: «È un lavoro difficile che sta procedendo con buoni risultati grazie al senso di responsabilità di tutte le forze politiche» dice, proprio per questo andare al voto anticipato «sarebbe davvero irresponsabile» così come discutere della nuova legge elettorale. L’obiettivo del cavaliere è chiaro: «Mantenere unito il Paese, in uno stretto rapporto con l’Europa, per ripartire davvero: dobbiamo garantire che i nostri figli e i nostri nipoti possano vivere meglio di noi, così come i nostri padri e i nostri nonni lo hanno garantito a noi. Oggi, per la prima volta da secoli, questo non è affatto scontato».

Colombia, arrestato Dairo Antonio Usuga

Ci sono voluti oltre 500 soldati e agenti delle forze speciali colombiane per arrestare dopo dieci anni di latitanza Dairo Antonio Usuga, uno dei narcotrafficanti più temuti e pericolosi del paese. Sulla sua testa c’era una taglia della Dea (Drug enforcement administration) di oltre cinque milioni di dollari. L’operazione è stata condotta con il coordinamento e il supporto dei servizi d’intelligence americani e britannici.

Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha commentato con soddisfazione la notizia: «È il colpo più duro che inferto al narcotraffico nel Paese, paragonabile solo alla cattura di Pabolo Escobar». Un arresto eccellente che avviene a conclusione di quella che ha definito «la più grande spedizione nella giungla mai realizzata nella storia militare del nostro paese».

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