Il silenzio dei protagonisti rende ancor più misteriosa una storia che ha in Silvio Berlusconi, autocandidato a nuovo presidente della Repubblica, l’attore principale.

Al centro della vicenda, come rivelato da Domani, i 70 mila euro che l'ex premier ha versato in più tranche a una sconosciuta donna residente a Roma, Julinda Llupo

Una ragazza nata nel 1987 a Tirana, in Albania, che con una sua società gestisce affittacamere nella capitale. Il motivo di questi versamenti mensili con causale «prestito» o «regalo» nel primo anno della pandemia e con il processo Ruby ter in corso non è dato saperlo.

Silvio, Julinda e il mutuo

Llupo continua a non rispondere alle domande inviate dal nostro giornale, mentre dall’entourage del Cavaliere si limitano a confermare i bonifici e a spiegare che fin dal 2010 la donna è stata aiutata dal fondatore di Mediaset.

«Berlusconi aiuta anche persone malate con assegni da 15-20 mila euro», dicono a Domani membri del suo collegio difensivo. «Non è affatto stravagante che abbia aiutato anche la Llupo».

Ma se di beneficienza si tratta, perché il capo di Forza Italia e king maker della battaglia per il Quirinale ha elargito somme così rilevanti a una ragazza che ha una srl che fatturava 470 mila euro nel 2019 e che è riuscita ad ottenere nel 2021 un mutuo da Mediolanum, banca partecipata dalla berlusconiana Fininvest, del valore di 640 mila euro per un negozio in zona prestigiosissima di Roma? Che tra l'altro la società in perdita della Llupo deve pagare con maxi rate da 4.500 euro mensili?

Gli avvocati del Cavaliere indicano nella generosità di Silvio il movente di questi bonifici. Che è la stessa motivazione usata negli anni per giustificare i versamenti ottenuti anche da altre ragazze, queste – a differenza dell'affittacamere - al centro del processo sulle feste nella villa di Arcore.

Cene eleganti che non devono essere considerate solo scandali sessuali o corruttivi, coinvolgono anche la sfera della sicurezza delle istituzioni: le ragazze o loro dante causa avrebbero potuto ricattare uno dei capipartito più potenti del paese, per anni anche guida del governo nazionale.

Nell'ultima udienza del processo Ruby ter in corso a Milano un testimone della difesa, Roberto Sileno, ex coordinatore del servizio di vigilanza della residenza ad Arcore ha raccontato di quando una delle donne ospiti delle serata di Arcore nel 2017 si presentò davanti alla villa con un bigliettino con su scritto che «entro 7 giorni il presidente avrebbe dovuto versarle una somma di denaro, un milione di euro...altrimenti “ognuno si assume la sua responsabilità”».

Risarcimento Bunga bunga

LaPresse

«Berlusconi è solo munifico», filtra dalla cerchia stretta del leader di Forza Italia. Per avvalorare questa tesi gli avvocati citano a Domani una lista piena zeppa di nomi di persone bisognose o di enti sostenuti da loro cliente.

Una consulenza di parte preparata per il processo Ruby che elenca uscite di decine di milioni di euro di presunta filantropia («circa 40 milioni in due lustri, possiamo provarlo» dice un suo fedelissimo) ma mai depositato tra gli atti del processo.

Nella lista della beneficenza c’è Julinda Llupo, l’ultima donna del mistero, «preti, suore, associazioni no profit. Ha regalato per esempio 200mila all’Aquila Rugby, 70 mila euro alla parrocchia di San Salvatore, molti contributi a Radio Maria, altri 50 mila a un’associazione dei cardiopatici. È un uomo generoso, non solo con le belle ragazze», spiega ancora il suo collegio difensivo.

Berlusconi è imputato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari per avere pagato i testimoni, cioè le ragazze invitate alle notti nella villa di Arcore. Si tratta delle “olgettine”, che secondo l'accusa hanno beneficiato in totale di almeno 3 milioni di euro, potevano contare su una sorta di stipendio mensile di 2.500 euro.

I pm sostengono che i pagamenti sono stati effettuati per comprare il loro silenzio sulle serate nella villa di Berlusconi, la difesa sostiene che si è trattato solo un «risarcimento» per i danni di immagine e di reputazione patite dalle donne a causa dell’esposizione mediatica seguita allo scandalo del bunga-bunga.

«Si processerà Silvio Berlusconi per il reato di generosità», la frase rimasta negli annali della cronaca giudiziaria pronunciata da uno dei suoi avvocati, Federico Cecconi, dopo il rinvio a giudizio nel 2016.

Ruby e Patrizia

Karima El Marough, detta Ruby Rubacuori, rientrava tra le persone da aiutare, insieme a parrocchie e associazioni sportive dilettanti. La «nipote del premier egiziano Mubarak», aveva fatto credere Berlusconi ai suoi alleati di governo. Ma poi il Ruby-gate è esploso comunque, e ha trascinato nelle aule giudiziarie l’ex presidente del consiglio con l’accusa di prostituzione minorile, da cui è stato assolto.

Su Ruby resiste però un mistero non di poco conto. Nel 2018 il legale della ragazza aveva rivelato l’esistenza, su un conto segreto in un paradiso fiscale, un pagamento di 5 milioni di euro eseguito da Berlusconi tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico.

Due milioni, aveva denunciato l’avvocato di Ruby, sarebbero finiti a Luca Risso, ex compagno ddella donna, mentre altri tre direttamente sarebbero stati destinati esclusivamente alla marocchina. «Falso, calunnie, denunceremo», attaccarono i legali di Berlusconi, su tutti Nicolò Ghidini, che definito le notizie prive di qualsiasi fondamento.

Chi apparentemente non ha mai ricevuto denaro da Berlusconi è Patrizia D’Addario. È la donna che testimoniò la sua presenza nel “lettone di Putin” a Palazzo Grazioli e che non ci sta a farsi rappresentare come una escort, ha ribadito ai magistrati di Bari, che hanno indagato sulle ragazze portate a Palazzo Grazioli dall’imprenditore Giampiero Tarantini quando Silvio era presidente del consiglio.

D’Addario ha sempre precisato di non avere mai preso soldi, «sono l’unica a non averne presi ma sono l’unica che sta pagando più di tutti per questa storia», ha ripetuto negli anni.

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