L’ultima mistero di Silvio Berlusconi si chiama Julinda Llupo. Una ragazza classe 1987 nata a Tirana, in Albania, e da anni residente in Italia, di cui finora non si sapeva nulla. Il suo nome è però finito, insieme a quello del candidato della destra alla presidenza della Repubblica, in una segnalazione sospetta della Uif, l’ufficio antiriciclaggio di Banca d’Italia. Llupo, che gestisce insieme all’attuale compagno alcuni bed&breakfast a Roma, tra febbraio 2020 e ottobre dello stesso anno ha avuto dall’ex premier quasi 70 mila euro divisi in nove tranche. Soldi, scrivono i detective finanziari, partiti da un conto corrente personale di Berlusconi attivo presso Ubi Banca e arrivati a quello della donna con la dicitura, assai vaga, di «prestiti» o «regali».

L’istituto dove ha il deposito la donna e la Uif hanno aperto un fascicolo a causa dell’operatività «anomala riconducibile a persone fisiche/giuridiche collegate», si legge nel documento. La storia scoperta da Domani è curiosa. Non solo perché colui che vuole sostituire Mattarella “presta” molto denaro a persone lontane dalla sua cerchia familiare o pubblica, ma anche perché gli investigatori evidenziano come una parte dei soldi ottenuti vengono usati da Llupo per pagare un canone affittuario a un magistrato della Corte di cassazione, Cosimo D’Arrigo. Un giudice che nel 2012 fu membro del collegio che scagionò l’imputato Berlusconi in uno dei filoni del processo sui fondi neri di Mediatrade.

I regali a Julinda

Partiamo da Julinda Llupo. Un’approfondita ricerca sul web e sui social non restituisce molto del suo profilo. Tuttavia dopo l’analisi dei documenti societari, le visure catastali e le interviste a diverse fonti, Domani può dare conto che la donna ha avuto somme di denaro da Berlusconi fin dal 2010, quando la ragazza aveva 23 anni. Oggi Llupo è la compagna di un giornalista pubblicista, Edoardo Maria Lofoco, che insieme a lei titolare di alcune società che gestiscono bed&breakfast e affittacamere nel centro di Roma, nella zona intorno alla Cassazione.

Julinda Llupo, nata a Tirana (Albania) residente a Roma, dove si occupa di B&B e affittacamere (Foto profilo Facebook)

L’uomo è animatore e fondatore dell’associazione di categoria Asstri, una sigla semisconosciuta che intende difendere gli interessi delle strutture extra alberghiere e che ha tra i suoi soci fondatori (è scritto sul sito web) nientemeno che il presidente degli avvocati dell’ordine di Roma Antonio Galletti, il capo dei sindacati della polizia penitenziaria Giuseppe Moretti e scrittori famosi come Federico Moccia.

Lofoco sui social promuove le attività dell’associazione, mentre una delle ultime foto pubblicate lo ritraggono insieme a Gianfranco Micciché, il luogotenente storico di Berlusconi in Sicilia ora presidente dell’assemblea regionale. Prima ancora troviamo un’immagine di lui insieme a Gianfranco Rotondi, e democristiano tra i fan più accaniti di Berlusconi al Quirinale. Il 29 settembre scorso il compagno della ragazza ha pubblicato un post su Facebook per fare gli auguri di compleanno a Berlusconi.

Lofoco ha fatto politica locale, nel suo paese Sezze, provincia di Latina. Ha sostenuto liste civiche senza una connotazione partitica evidente. Anche per questo è da escludere che l’interesse e la generosità di Berlusconi nei confronti della famiglia Lofoco-Llupo sia da cercare nell’attivismo politico dell’imprenditore laziale.

Un fatto è però certo. Il 27 febbraio 2020, sei giorni dopo la notizia del primo focolaio di Covid-19 a Codogno, dal conto dell’ex presidente del Consiglio parte il primo bonifico destinato alla donna misteriosa. Fino a ottobre si ripeteranno costanti, tutti motivati con la giustificazione “prestiti” e “regali”. Da febbraio a ottobre la donna incasserà in tutto 62.500 euro, mentre a novembre e dicembre 2020 l’antiriciclaggio segnala altri 5mila euro in arrivo. In quei mesi l’Italia era in lockdown e Berlusconi impegnato a difendersi nel processo Ruby Ter a Milano. «Llupo non è nella lista delle ragazze coinvolte nel processo», dice una fonte da Arcore senza aggiungere altro.

Donne e mutui

Gli investigatori segnalano che dai conti di Berlusconi in quei mesi partono «numerosi bonifici con causali riconducibili a prestiti/regali a favore di molteplici persone fisiche». Oltre alla enigmatica Llupo, per esempio, Berlusconi invia 1,1 milioni sul conto estero del cugino Giancarlo Foscale, oggi residente in Svizzera. Un presunto «prestito infruttifero». Il nome di Foscale riporta agli anni di Mani Pulite: ex manager, fu coinvolto in una delle inchieste di Tangentopoli su Fininvest. Poi il suo nome rispuntò fuori nel 2016 nell’elenco dei Panama Papers, la lista di italiani che avevano società nei paradisi fiscali.

LaPresse

Ma chi è Julinda Llupo? E perché Berlusconi è così generoso con lei? La ragazza e il marito, contattati, non hanno voluto dare alcuna spiegazione. «Io non vi conosco. Perché dovrei dirlo a voi di Berlusconi? Non mi sento di dover parlare di questa cosa», ha detto la donna. Che oggi risulta socia unica di una società: L3L-Co, le cui quote gli sono state cedute dal compagno Lofoco qualche mese fa. Una società specializzata in bed&breakfast che se nel 2019 fatturava 473 mila euro con un utile di quasi 28 mila euro, nel 2020 (con ogni probabilità a causa della pandemia) ha perso il 90 per cento dei ricavi, con una perdita a bilancio di ben 162 mila euro. In passato è stata azionista anche di Rome by Cicle srl, che aveva un capitale sociale di un solo euro.

Nonostante la crisi, però, la società della ragazza ha comprato a ottobre 2020 un grande negozio a piazza Cavour di ben 213 metri quadri, pagato 700 mila euro tondi tondi. Venditore è il fondo immobiliare dell’Inpgi, la cassa di previdenza dei giornalisti. Come ha fatto Llupo ha trovare i soldi? Ha chiesto un mutuo alla Banca Mediolanum, controllata al 40 per cento dalla famiglia Doris e al 30 per cento dalla Fininvest di Berlusconi. Un mutuo da 640 mila euro, che l’amica del Cavaliere dovrebbe ripianare in 15 anni con rate da circa 4.500 euro al mese.

Silvio il generoso

Domani ha chiamato una fonte autorevole del collegio di avvocati che difende Berlusconi nel Ruby Ter per avere delucidazioni sulla vicenda segnalata dall’antiriciclaggio. «Cominciamo col dire che Llupo non fa parte delle ragazze coinvolte nelle vicende giudiziarie del nostro assistito. Le dico però che per il processo Ruby Ter (dove Berlusconi è accusato di aver corrotto le sue ex ospiti per non dire la verità in tribunale sulle cene eleganti, ndr) abbiamo fatto stilare una lista di tutte le donne e gli uomini a cui Berlusconi fa libera beneficenza. L’abbiamo fatta fare a un consulente esterno». Nella lista, che però non è stata mai depositata, ci sarebbe anche il nome della ragazza albanese. «È vero: Julinda a noi risulta sia stata aiutata nel corso degli anni, a partire dal 2010, prima ancora della vicenda Ruby. Poi con la pandemia non riusciva a far fronte alla crisi dei bed&breakfast, settore in cui aveva provato a cimentarsi,e così l’ha aiutata di nuovo per non fallire. Il mutuo della banca Mediolanum come ha fatto ad ottenerlo? Non credo l’abbia aiutata lui, non posso dirglielo perché non lo so».

Dall’entourage dell’ex presidente del consiglio spiegano che l’antiriciclaggio per le persone politicamente esposte (acronimo tecnico è Pep) «si attiva ormai in automatico». Aggiungono poi dettagli inediti sulle attività di beneficenza del Cavaliere. «Llupo è una delle tantissime persone che in questi ultimi tempi hanno chiesto e ottenuto aiuto economico. Non sappiamo se si conoscano personalmente con Julinda, perché Berlusconi a volte aiuta anche chi non ha mai visto in vita sua. C’è gente e gli manda una lettera, tipo per cure mediche costose», spiega un legale dell’ex premier a Domani. Al netto dei denari dati alle ragazze che frequentavano i festini (circa 2500 euro al mese), «il Cavaliere Berlusconi, da dati in nostro possesso, ha investito in beneficenza negli ultimi anni circa 40 milioni di euro. Dentro la lista c’è Llupo, ma anche anche preti, suore, associazioni no profit. Ha regalato per esempio 200mila all’Aquila Rugby, 70 mila euro alla parrocchia di San Salvatore, molti contributi a Radio Maria, altri 50 mila a un’associazione dei cardiopatici. È un uomo generoso, non solo con le belle ragazze».

Arriva il leghista

Torniamo alla segnalazione dell’ufficio antiriciclaggio, dove forse gli investigatori che hanno indagato sui rapporti economici tra il Cavaliere e Llupo non erano a conoscenza della generosità del pregiudicato candidato alla successione di Sergio Mattarella. Il documento evidenzia che dopo l’accredito dei bonifici di Berlusconi, la ragazza ha prestato al marito Lofoco parte dei soldi avuti dal politico, mentre 15 mila euro sono finite a una società di costruzioni albanese, la Andi Konstruksion. A giugno 2020 la donna ordina pure un bonifico di 2.500 euro a favore di un conto corrente di magistrato, Cosimo D’Arrigo, toga in Cassazione oggi nel civile, ma nel 2012 componente del collegio che giudicò Berlusconi nel processo denominato “Mediatrade” sui diritti televisivi. Collegio che prosciolse Berlusconi dall’accusa di frode fiscale e appropriazione indebita. D’Arrigo è attualmente nel comitato degli esperti che valutano i bilanci dei partiti in Parlamento.

Il bonifico della Llupo al magistrato ha questa causale: «Acconto canone locazione per conto della Blu Victory Srls». Una società che non è della donna né del marito, ma di altra persone. Un politico ex berlusconiano, poi convertito al sovranismo di Matteo Salvini: Cataldo Calabretta, avvocato, giornalista e attualmente vice responsabile della Lega in Calabria. Che aveva deciso di investire nel settore degli affittacamere nella Capitale.

Dunque, Calabretta qualche tempo fa aveva deciso di affittare un appartamento a via Germanico. Il proprietario è il giudice di Cassazione D’Arrigo. «Sì, la Blu Victory era mia e avevo avuto l’idea di investire nel settore ricettivo, ma poi è arrivato il Covid e mi ha tagliato le gambe», spiega Calabretta a Domani. Amico di Julinda Llupo e del marito, l’amministratore unico della Victory risulta aver firmato con il giudice un contratto d’affitto per 35 mila euro l’anno. Perché allora alcuni bonifici arrivano da Llupo per conto della Blu Victory che è del leghista calabrese? «Forse ho chiesto un aiuto a lei perché ero in difficoltà. Ma non so nulla dei rapporti tra lei e Berlusconi. Julinda l’ho conosciuta solo quando ho deciso di investire nei B&B a Roma. Mi sono ritirato da questo mercato perché stavo perdendo soldi», chiude Calabretta, che giura anche di non sapere che D’Arrigo fosse uno dei giudici dei processi Berlusconi.

La versione del giudice

Sentito al telefono, il giudice ammette di conoscere la ragazza («mi ha raccontato di essere una profuga scappata dalla guerra») e suo marito, ma spiega che gli intrecci che riguardano lui e il suo ex imputato Berlusconi «sono frutto di una mera coincidenza. Ho conosciuto il suo compagno, Lofoco, tempo fa, e gli ho affittato il mio appartamento che ho comprato in nuda proprietà anni fa. Lui ci ha fatto i lavori per fare sette stanze e sette bagni, poi dopo un po’ ha smesso di pagare. Mi ha detto che aveva avuto problemi con un suo socio. Lofoco forse si era sentito in colpa e così mi aveva presentato Calabretta, che gli subentra facendo un nuovo contratto.Su internet capisco essere un politico locale. Mi rassicurai della serietà dei nuovi inquilini quando firmai il contratto con Calabretta in un bed&breakfast di Lofoco sito a piazza Cavour: nel pianerottolo c’è un commissariato di polizia, e in genere i poliziotti sanno bene chi sono i loro vicini».

Sarà. Il giudice D’Arrigo però non è fortunato nemmeno stavolta: anche Calabretta smette presto di pagargli la pigione: «Tra il primo contratto con Lofoco e il secondo con Calabretta, sono in credito con loro di 60 mila euro in tutto. Non mi pare che mi abbiano fatto un piacere, al contrario. Comunque la signora credo mi pagò al posto di Calabretta perché io mi lamentai con loro del fatto che mi avevano presentato un loro amico insolvente».

Il fatto curioso è che, una volta andato via il leghista, il giudice ha deciso di affittare l’appartamento di nuovo alla coppia Llupo-Lofoco, che già gli avevano tirato “un pacco” tempo prima. «Si è vero, mi hanno detto che lo prendevano per loro. Non mi pagano regolarmente nemmeno adesso, ma sono persone umili. E poi se li mando via in quanto insolventi, con il Covid a chi posso mai affittare il locale? Almeno guadagno qualcosa. Dei soldi o dei loro legami economici del mio ex imputato Berlusconi non sapevo nulla. Non sapevo nemmeno che devono pagare 4.500 euro al mese per un mutuo».

Grande amico del boss della corrente di Magistratura indipendente Cosimo Ferri, oggi nel comitato della rivista giuridica Giustiziacivile.it diretta dall’ex premier Giuseppe Conte e Fabrizio di Marzio, D’Arrigo non vuole dirci come votò nella camera di consiglio che decise il proscioglimento definitivo dell’allora leader del Popolo della libertà. «Non posso per legge».

Per la cronaca, nel maggio del 2012 la seconda sezione penale di cui faceva parte D’Arrigo insieme a quattro colleghi confermò il proscioglimento di Berlusconi per non aver commesso il fatto, una decisione precedentemente disposta dal giudice per l’udienza preliminare. La procura di Milano, che accusava l’ex premier di frode fiscale e appropriazione indebita in un filone dell’inchiesta su presunti fondi neri nella compravendita dei diritti tv e cinematografici effettuati dalla società Mediatrade, aveva però fatto ricorso in Cassazione contro la decisione del gup. I pm erano infatti convinti che ci fossero prove dirette del coinvolgimento del capo di Forza Italia nella vicenda, e che Berlusconi aveva esercitato influenza de facto sulle decisioni dei manager di Mediaset anche dopo l’anno 2000. Il ricorso degli inquirenti fu respinto a maggioranza dal collegio a cui partecipò D’Arrigo. «Non posso dirle come votai, ma le assicuro che ho la coscienza a posto. Il mio nome è finito nel documento dell’antiriciclaggio solo a causa di coincidenze beffarde».


La replica del magistrato

Egr. Direttore, il suo giornale, con un articolo a firma di Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, mi tira in ballo in una vicenda cui sono del tutto estraneo. L’articolo contiene delle imprecisioni, oscura alcuni dati e rappresenta i fatti in modo tale da ingenerare nel lettore false convinzioni. Pertanto, le chiedo di pubblicare a rettifica quanto segue.

Anzitutto, io non sono “grande amico” dell’on. Cosimo Ferri, che conosco solo per ragioni di colleganza magistratuale, essendo stati iscritti in tempi remoti al medesimo gruppo dell’ANM, riferibile all’area moderata. Non ho mai partecipato ad una cena, un incontro o un evento – fra i tanti – promossi dall’On. Ferri, in quanto estraneo alla cerchia delle sue frequentazioni abituali.
In secondo luogo, nel citato articolo non si coglie la corretta collocazione temporale degli eventi. La mia partecipazione al collegio che ha deciso un troncone, peraltro minore, del processo c.d. “Mediatrade” risale al lontano 2012. Il bonifico effettuato dalla Llupo (trasparente e tracciabile, come per legge) è dell’ottobre 2021, quindi ben 10 anni dopo.

Ricordo inoltre che nel processo “Mediatrade”, ove Berlusconi ha riportato una condanna definitiva, la Cassazione ha interamente confermato, nel suo complesso, l’impostazione vagliata dal Gip di Milano.

Ed ancora, dell’esistenza della Llupo sono venuto a conoscenza solo nel 2021, quando ha effettuato quel bonifico, di appena 2.500 euro, per conto della mia inquilina Blu Victory, a titolo di acconto su un ben maggiore debito. Evidentemente tra il giornalista Calabretta, legale rappresentante della società, e la Llupo esistono rapporti della cui natura però non sono a conoscenza e che di certo non avevo titolo per verificare, né potevo, ai sensi dell’art. 1180 c.c., rifiutare il pagamento. 

Solo a partire dal 2018 l’immobile di mia proprietà è stato affittato a Lofoco, presentatomi dall’agenzia immobiliare cui mi ero rivolto, in quanto imprenditore di primo piano nel settore della ricettività turistica tramite B&B, con un fatturato ante-Covid di ben 473mila euro, nonché presidente dell’associazione di categoria, come il vostro giornale ha potuto accertare. Quindi, non avevo nessuna ragione per sospettare, neppure lontanamente, del rapporto fra la sua attuale compagna e Berlusconi, della cui sussistenza sono venuto a conoscenza solo leggendo il vostro articolo. Le circostanze appena riferite erano state già da me rese note al giornalista Fittipaldi, autore dell’articolo. 

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