- I brand fanno a gara per prendervi parte e gli appezzamenti digitali vengono venduti a prezzi da capogiro: a prima vista, Decentraland è uno dei più importanti fenomeni di internet.
- A un’occhiata più attenta, la situazione è però molto diversa: gli utenti attivi sono poche migliaia e solo una piccola parte di questo “metaverso” basato su blockchain è stato effettivamente sviluppato.
- Tra eventi che lasciano perplessi, una governance che favorisce i ricchi e una gran parte di territori abbandonati, l’impressione è che Decentraland sia un villaggio fantasma digitale.
Samsung ci ha aperto un negozio virtuale di elettronica, Coca-Cola ha sfruttato questa piattaforma per lanciare la sua collezione di NFT e Atari, storica società di videogiochi, ci ha invece costruito una sorta di casinò del metaverso. E poi andrebbero citati anche i prodotti della Nike, la galleria d’arte creata da Sotheby’s, gli eventi di Heineken e molto altro ancora. L’attenzione dei più importanti marchi mondiali nei confronti di Decentraland – il “metaverso” basato su blockchain che per



