Vi pongo un semplice quesito di matematica. C’è un virus A. Se infetta un individuo, quello ne può contagiare in media altri quattro. Quel virus, poi, ha un tempo di raddoppio di circa quindici giorni, ovverosia i casi di malattia da esso provocati raddoppiano ogni quindici giorni; inoltre, esso causa una malattia grave che richiede il ricovero in terapia intensiva nel cinque per cento dei casi; infine, ha una mortalità del tre per cento, cioè su cento persone malate tre muoiono.

E c’è un virus B, che chiameremo “il virus raffreddorizzato” perché forse è diventato più mite. Se infetta un individuo, quello ne può contagiare in media altri dieci. Quel virus, poi, ha un tempo di raddoppio di circa sette giorni, ovverosia i casi di malattia da esso provocati raddoppiano ogni sette giorni; inoltre, causa una malattia grave che richiede il ricovero in terapia intensiva solo nel tre per cento dei casi; infine, ha una mortalità solo del due per cento, cioè su cento persone malate solo due muoiono.

Voi siete il re: che cosa preferite? Che il vostro regno sia invaso dal virus A o dal virus B? Naturalmente siete un re buono, e volete che sopravviva il maggior numero possibile dei vostri sudditi. Facciamo i calcoli. Immaginiamo che ogni virus invada il vostro regno infettando solo cento sudditi, all’inizio.

Se scegliete il virus A, dopo un mese avrete 400 sudditi malati, dei quali venti finiranno in terapia intensiva e dodici moriranno. Invece, se scegliete il virus B, quello buono, quello raffreddorizzato, dopo un mese avrete 800 sudditi malati, dei quali 24 finiranno in terapia intensiva e 16 moriranno. Se siete un re magnanimo cosa preferireste? Dodici morti oppure 16? Dovreste preferire che il vostro regno sia invaso dal virus apparentemente più cattivo. Il messaggio è: non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze.

Non farsi ingannare dalle sirene

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Il problema è che non ho scelto quelle cifre a caso. Ho tratto queste cifre dalla realtà. Il virus A è la variante Delta del Sars-CoV-2. Il virus B non è altro che la variante Omicron. Questa è sicuramente molto più contagiosa e forse meno aggressiva della Delta. Cosa significa? Ogni individuo infettato da Omicron ne contagia in media altri 8-10; e il numero dei contagi da Omicron ora pare raddoppiare circa ogni sette giorni.

Inoltre, sembra che Omicron provochi una malattia più lieve rispetto a Delta, ma ciò accade solo perché la maggior parte degli individui ora sono vaccinati con tre dosi, e difficilmente sviluppano una malattia grave e rischiano di morire; invece, Delta si era diffusa durante la primavera scorsa, quando molti non erano ancora vaccinati e perciò sviluppavano una malattia più grave e correvano un rischio maggiore di morire.

Quindi, non vi dovreste fare ingannare dalle sirene dei grandi virologi che vi dicono: «Omicron si è raffredorizzato, dà una malattia più lieve, stiamo uscendo dalla pandemia». Perché non è affatto sicuro che Omicron possa provocare una malattia più lieve rispetto a Delta.

Sì, alcuni studi scientifici lasciano presumere che il nuovo ceppo possa causare polmoniti gravi in numero inferiore rispetto a Delta. Però si sta capendo che l’ultima variante infetta molto più facilmente i giovani e i bambini, e pare provocare in loro forme gravi di malattia come il long Covid e la sindrome multisistemica infiammatoria del bambino.

Soprattutto, non dovreste farvi ingannare dalle apparenze, perché un virus meno aggressivo ma molto più contagioso alla fine può riempire le terapie intensive in un tempo molto più breve e causare più morti di un virus all’apparenza più letale.

Oltre l’Italia

AP Photo/Anupam Nath

Se ne stanno accorgendo negli altri paesi del mondo. Negli ultimi giorni, molti miei colleghi medici che lavorano in ospedali americani a New York e a Chicago, mi hanno raccontato che stanno vedendo i loro ospedali riempirsi di malati di Covid come era accaduto solo durante la prima ondata dell’epidemia. In genere hanno una malattia più lieve, ma sono tantissimi.

Il New York Times ha lanciato l’allarme. Ieri ha pubblicato un articolo dal titolo chiaro: «I primi dati lasciano presagire quale possa essere il costo che l’America dovrà pagare» con la variante Omicron. Dove il costo è chiaramente il numero di persone ricoverate in terapia intensiva e soprattutto di morti. Scrive il New York Times che nelle città statunitensi colpite per prime da Omicron, le grandi metropoli come New York, Chicago e Boston, i decessi per Covid hanno iniziato a salire, anche se è troppo presto per prevedere quale sarà l’impatto che alla fine questa nuova variante avrà su tutto il paese.

Gli ospedali di New York, Chicago e Boston stanno vedendo più pazienti affetti da Covid che in qualsiasi momento dell'anno scorso. Alcuni medici dicono che i pazienti stanno meglio rispetto alle ondate precedenti, ma il numero di malati che necessita di terapie intensive o di ventilazione con ossigeno si avvicina a livelli che non si vedevano dallo scorso inverno, quando i vaccini non erano ancora disponibili.

I pazienti sono così tanti da intasare gli ospedali, che sono già in difficoltà perché i medici e gli infermieri sono esausti e sopraffatti dallo stress, e molti di loro si sono dimessi oppure sono a casa, malati pure loro. È vero, con Omicron il numero dei morti cresce ma in scala leggermente inferiore a quello che era accaduto durante i picchi precedenti. «Ma a causa del numero di casi straordinariamente elevato, anche un conto delle vittime proporzionalmente inferiore potrebbe essere devastante».

I non vaccinati sono a rischio

Detto in altre parole, anche se Omicron è meno aggressiva di Delta, alla fine potrebbe provocare un numero più elevato di casi gravi e più morti. Anche negli Stati Uniti la stragrande maggioranza dei pazienti infettati dalla variante che richiedono terapie intensive e ossigeno sono individui non vaccinati o soggetti immunodepressi. Quelli vaccinati, se infettati dal virus, hanno una maggiore probabilità di sviluppare una malattia lieve. Quindi, anche con Omicron rischiano soprattutto i non vaccinati e gli anziani che hanno più di 65 anni di età e hanno fatto solo due dosi di vaccino.

Purtroppo, rischiano anche i bambini e i giovani, molti dei quali non sono stati ancora vaccinati. La variante Omicron, poi, pare colpire in maniera particolare i giovani sotto i diciott’anni e i bambini. I giovani e i bambini rischiano di sviluppare due forme particolari di Covid: il long Covid, una malattia persistente che può durare mesi e dare sintomi gravi come spossatezza, cefalea, insonnia, confusione mentale, e dolori muscolari; e la Mis-c, ovvero sindrome multisistemica infiammatoria del bambino, una malattia grave che provoca infiammazioni diffuse a vari organi e che può dare sequele permanenti.

Eppure, il ministro dell’educazione della Gran Bretagna Nadhim Zahawi ha invitato all’ottimismo. Ieri ha affermato: «Spero che saremo una delle prime grandi economie a dimostrare al mondo come transitare dalla pandemia alla malattia endemica».

A suo dire, i dati inglesi sono rassicuranti perché mostrano che l’ondata di casi da Omicron si è arrestata e ha cominciato a decrescere, anche se nel paese non hanno adottato nessuna misura di restrizione, niente lockdown, niente chiusure, e scuola sempre aperte. «I casi non stanno salendo come prima e potrebbero essersi stabilizzati in tutto il paese», ha detto il professor David Spiegelhalter, uno dei massimi esperti statistici britannici. «Certamente non vedremo un grande aumento in termini di ricoveri in terapia intensiva e di decessi».

Volete sapere perché la curva dei contagi da Omicron in Gran Bretagna sta già calando e probabilmente anche in Italia incomincerà a decrescere già dai prossimi giorni? Perché Omicron può infettare soprattutto le persone suscettibili, cioè i non vaccinati e chi ha fatto solo due dosi di vaccino, che in Italia sono si è no 12 milioni di persone, poi comincerà a declinare. Invece prima il virus poteva praticamente infettare ognuno di noi, 60 milioni di persone, e diffondersi senza freno. Omicron “raffreddorizzata” un corno.

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