Tra i molti finanziatori di Giorgia Meloni c’è un nome pesante ancora rimasto segreto: quello di Marco Jacopo Dell’Utri. Cioè il figlio di Marcello, da sempre fedele consigliere di Silvio Berlusconi, l’eminenza grigia dietro la fondazione di Forza Italia, l’ex senatore condannato in via definitiva per complicità con la mafia siciliana. Che dopo aver scontato la condanna è tornato in libertà, e si è rimesso a fare politica. Come sempre dalle retrovie.

Dell’Utri senior è stato tante cose, ma per dirla usando le parole dei giudici che hanno scritto la sentenza su di lui, «è stato il mediatore tra i boss e Berlusconi». L’ex presidente del Consiglio e il suo (ex?) braccio destro sono tutt’ora indagati a Firenze per concorso nelle stragi eseguite da Cosa nostra tra il 1993 e il 1994.

Ma chi è Marco Dell’Utri? e come mai sponsorizza Fratelli d’Italia? Il rampollo, come Berlusconi, ha una grande passione per il cinema. In questo campo si è cimentato fin dall’inizio della sua carriera imprenditoriale. Dell’Utri junior condivide pure con il padre la gestione della fondazione Biblioteca di via Senato a Milano.

Il colpo più riuscito del ragazzo è stato però entrare nella Urban Vision, società con sedi a Roma e Milano di cui il manager è anche consigliere di amministrazione: opera nell’ambito del marketing, è nota per i cartelloni pubblicitari enormi che coprono i cantieri dei grandi restauri nelle città d’arte. Proprio la Urban Vision alla fine del 2021 ha versato 10mila euro a Fratelli d’Italia, donazione che ha seguito i canali formali e legali, dichiarata secondo la norma sui finanziamenti privati.

A luglio 2021 Urban Vision ha regalato con la stessa procedura 5mila euro anche al circolo “A Milano piace democratico” del Pd. Pochi mesi più tardi il cambio di rotta puntando il doppio sul piatto di Meloni, che già all’epoca poteva contare su sondaggi eccellenti. Gli azionisti di Urban Vision sono tre: la maggioranza appartiene a Eukinvest, il cui 25 per cento è in mano a Finanziaria cinema del giovane Dell’Utri; Media vision, società dell’industria dei media, fondata dal miliardario egiziano Naguib Sawiris; Wpp Italia, controllata da una holding olandese, è un colosso mondiale della pubblicità e relazioni pubbliche. Tra le partnership più recenti siglate da Urban Vision c’è quella con Sorgente Rem, del gruppo Sorgente che fa capo all’imprenditore ed editore del Foglio Valter Mainetti.

La battaglia di Palermo

Il versamento di Urban Vision a Fratelli d’Italia è stato registrato presso gli uffici del parlamento a novembre 2021. Da lì a qualche settimana sarebbero iniziati le grandi manovre del centrodestra per conquistare con un suo candidato la città di Palermo.

A muovere i fili senza mai apparire ufficialmente è stato anche Dell’Utri senior, che dopo il carcere è tornato alle passioni di una vita: i libri e la politica. Sindaco di Palermo è così diventato il suo prescelto, seppure Dell’Utri continui a ripetere che a lui è stato solo chiesto se il nome di Roberto Lagalla potesse funzionare nella competizione elettorale. «Mi è solo stato chiesto chi mi piacerebbe come candidato e ho risposto che il candidato migliore era Lagalla», aveva detto, con l’understatement che lo ha contraddistinto durante tutta la vita politica.

Gli alleati di Forza Italia hanno seguito la direttiva. Giorgia Meloni, per esempio, aveva spiegato che Lagalla era il profilo migliore: «È un professionista stimato ha un percorso lungo diversi anni... È la ragione per la quale Fratelli d’Italia ha condiviso questa candidatura». Con una nota il partito conferma a Domani la donazione, poi aggiunge: «La suddetta società non compare nell’elenco fornitori 2019-2022 di Fratelli d'Italia»

Vergogna per Marcello

Di certo in passato, nell’anno della fondazione di Fratelli d’Italia, Meloni in un’intervista era stata molto dura nei confronti dei berlusconiani Dell’Utri e Nicola Cosentino (pure lui processato e condannato in secondo grado per reati di Camorra): «Non mi voglio più giustificare per loro: noi abbiamo scelto regole ferree per selezionare i nostri candidati. Non possono avere neanche una condanna in primo grado. Fosse per me escluderei anche gli indagati, ma a patto che si inserisca la responsabilità civile per i giudici e una legge sul giusto processo».

Alcuni giorni dopo, ha aggiunto: «Mi sono vergognata di Nick o 'mericano. Mi sono vergognata di Dell'Utri, condannato per mafia, e di Sciascia, condannato per corruzione. E poi ancora: di Papa e Milanese, di Razzi e Scilipoti, della Minetti e di tutte le starlette catapultate nelle istituzioni pubbliche italiane, screditando la nostra democrazia».

Per fortuna, le colpe dei padri non ricadono sui figli. E i soldi della società del giovane dell’Utri sono stati ben accetti.

 

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