Giorgia Meloni conquista la copertina di Chi con il suo lato più umano. «Una mamma in trincea» dice il titolo, e il servizio sulla leader di Fratelli d’Italia gira intorno al suo vissuto di «combattente» e di madre pronta a tutto per non dover scegliere tra carriera e famiglia. «Se diventerò premier, non rinuncerò a nulla di ciò che riguarda mia figlia Ginevra, che ha 6 anni. Le donne si organizzano sempre».

Parole che trasmettono condivisione dei problemi di un pubblico soprattutto femminile e facilitano il rispecchiamento. Diversamente dai colleghi uomini di Meloni, che magari in passato hanno scelto di puntare su seduzione e virilità.

Il servizio gioca con il doppio registro proprio della stampa patinata, spiega Massimiliano Panarari, professore di sociologia della comunicazione all’università Mercatorum di Roma. «I contenuti trasmettono l’idea del politico come uno di noi, ma il leader viene collocato nello stesso contesto delle celebrità» dice. 

«I temi trattati portano avanti la strategia con cui Meloni si mostra come donna del popolo, alle prese con le stesse difficoltà che affrontano tutte le donne, in polemica con la sinistra: nelle parole che utilizza si riconosce anche lo slogan che ha utilizzato per esempio in occasione del comizio di Vox» continua il professore. 

Il politico-celebrità

Non è la prima volta che un politico si presenta in rotocalchi che coprono anche le vicende di attori, sportivi e altri generi di “Vip”. Nel 2014 Oggi aveva in copertina il servizio su «Salvini desnudo», per cui il segretario della Lega si era mostrato a petto nudo e cravatta verde, mentre nello stesso anno Vanity Fair andava in edicola con Matteo Renzi, «Il salva-Italia», titolo accompagnato da un ritratto dell’allora premier che si annodava la cravatta con sguardo seducente. Il senatore di Rignano era stato sulla prima pagina di Oggi già nel 2012, abbracciato alle sue nonne, annunciando: «Rottamerò quei politici (non le mie nonne)». La stessa Meloni nel 2020 era comparsa sulla copertina di Novella 2000 in costume tricolore e cellulare in mano.

Una tendenza che non deve stupire: in un panorama politico sempre più incentrato sulle figure dei leader, i politici appaiono sempre più alla stregua delle celebrità, la cui vita viene raccontata ai lettori con l’intento di farla apparire più simile alla loro. La intimization, che rende il politico più vicino al potenziale elettorato, esiste da anni. «I politici compaiono in questo tipo di stampa da decenni negli Stati Uniti e la loro presenza in quei contesti si è rafforzata anche in Francia e Regno Unito negli ultimi anni» dice Panarari. 

Ma tutti loro sono arrivati ben dopo Silvio Berlusconi, che durante la campagna elettorale del 2001 era arrivato a produrselo in casa, il settimanale. Una storia italiana, il volume che il fondatore di Forza Italia ha inviato a tutte le famiglie d’Italia in quei mesi, aveva ricalcato linguaggio e formato dei settimanali ancora prima che questi avessero iniziato intendere la politica alla stessa maniera dello spettacolo.

Il peso politico

Ma il servizio va letto anche a un altro livello. Appare infatti sul settimanale patinato più venduto ed edito da Mondadori, in mano alla famiglia Berlusconi. «”Chi” è stato un rotocalco con un ruolo decisivo. Con questa scelta Berlusconi asseconda la sua alleata e il settimanale si mette in linea con i sondaggi, che individuano in Fratelli d’Italia il partito più forte del centrodestra» dice Panarari.

La scelta di mostrarsi su una rivista di gossip è la prova che Meloni ha il vento in poppa e può parlare a tutti. «È difficile misurare l’impatto di una singola scelta comunicativa, ma ci sono momenti nelle parabole dei leader in cui i politici possono proporsi su tanti registri diversi senza apparire contraddittori» dice Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend. La fascia di elettorato che segue i talk show non è la stessa che legge Chi, insomma. «Quest’operazione serve a raggiungere quella fetta di elettori che non si informano sui quotidiani o Twitter e che magari altrimenti Meloni non incontrerebbe» spiega.

E i registri linguistici vanno diversificati: le informazioni si veicolano in maniera differente a seconda del pubblico e «un ruolo importante è attribuito alle immagini che accompagnano il servizio, che spesso hanno una performatività estetica elevata» dice Panarari. Nel complesso, la copertura di Chi offre informazioni su Meloni di natura meno politica che però continuano a presentarla come leader del centrodestra e potenzialmente del governo.

Una comunicazione, quella dei servizi della stampa patinata, che non è stata scalzata nemmeno dai social, con cui pure condividono un linguaggio più emozionale. «Se i giornali di gossip continuano a essere comprati, c’è qualcuno che li legge e dunque degli elettori. È più facile identificarsi a livello emotivo con qualcuno. Il contenuto politico è di secondo livello, va decodificato: quel linguaggio non è un registro immediato» dice Pregliasco. 

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