Sfruttamento e prostituzione

A Foggia le donne sono vittime di tratta: l’altra faccia di Borgo Mezzanone

  • «Questo non è un posto per una donna», dice Patricia alzando la voce e volgendo lo sguardo al cielo «qui dentro inizi a scomparire dal primo giorno in cui metti piede». Patricia vive a Borgo Mezzanone, nel ghetto in provincia di Foggia dove stazionano migliaia di migranti. 
  • La sua è la storia di una madre sola che, pur di non far crescere il figlio di otto anni nell’inferno di Borgo Mezzanone, ha scelto il distacco, l’allontanamento.
  • Le donne sono il dieci per cento della popolazione presente nel ghetto dell’ex pista aeroportuale militare. Finiscono spesso nella rete della prostituzione e riportano traumi fisici e psicologici che si trascinano addosso per tutta la vita.

«Questo non è un posto per una donna», dice Patricia alzando la voce e volgendo lo sguardo al cielo «qui dentro inizi a scomparire dal primo giorno in cui metti piede». Patricia vive a Borgo Mezzanone, nel ghetto in provincia di Foggia dove stazionano migliaia di migranti. I braccianti, il caporalato, il sistema della grande distribuzione agricola che decide il prezzo del prodotto tornano episodicamente al centro del dibattito pubblico. Ma le donne, che sono la minoranza del campo, sono come ca

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