Il tribunale di Genova è sotto sorveglianza fissa dopo la maxi inchiesta che ha portato all'arresto del presidente dell'Associazione dei Palestinesi in Italia, Mohammed Hannoun, e altre sei persone ritenute finanziatori di Hamas. Da questa mattina una pattuglia fissa, a turno, di carabinieri, polizia e guardia di finanza presidia l'ingresso di palazzo di giustizia.

La decisione è stata presa in via straordinaria, per timore di possibili ritorsioni. A disporre la tutela è stato in via d'urgenza il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. Nel frattempo potrebbero esserci nuovi interrogatori, questa volta con il pm titolare dell'inchiesta, della Digos e del nucleo di polizia economica e finanziaria della guardia di finanza. Due degli arrestati (Rael Al Salahat, referente di Firenze per la Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese e Abu Deiah Khalil, responsabile della Cupola d'Oro di Milano) hanno detto di essere disponibili a parlare dopo avere letto le carte dell'indagine.

I due (difesi dagli avvocati Simone Zucchini e Sandro Clementi) ieri hanno risposto alle domande del giudice Silvia Carpanini. Khail ha ribadito la sua matrice «laica e di sinistra» e di essere «distante anni luce dall'ideologia di Hamas».
Intanto questa mattina in Procura sono andati i parenti di Hannoun, che hanno chiesto un permesso per andarlo a trovare in carcere: il permesso è stato negato. Ieri l'architetto, davanti al giudice e ai suoi avvocati Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, ha fatto spontanee dichiarazioni e ribadito la finalità benefica della sua raccolta di fondi.
I 7 arrestati nell'inchiesta dovranno essere trasferiti nelle carceri di Alessandria o Ferrara, dove ci sono le sezioni specifiche per gli arrestati per terrorismo. Ma i due che dovranno essere interrogati nuovamente, cioè Al Salahat e Khalil, potranno essere trasferiti molto dopo. Delle 9 persone colpite da ordinanze di custodia cautelare in carcere, due sono latitanti: uno in Turchia (Mohamed Ismail Saleh Abdu) e l'altro (Osama Alisawi) a Gaza.

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