Nella puntata del 18 settembre di Piazzapulita su La7, Corrado Formigli è andato in onda con un editoriale direttamente rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Prendendo spunto dalla lettera che la premier ha inviato a Domani per il quinto anniversario del nostro quotidiano, il giornalista ha fatto un discorso dedicato all’informazione «libera e non condizionata» di cui la presidente ha parlato.

Una lettera che, secondo Formigli, contrasta con alcuni comportamenti del governo e della maggioranza in passato. «Chi stabilisce cosa sia informare?», è stata la domanda del conduttore, chiedendosi anche a chi tocchi, secondo Meloni, «dare la patente ai giornalisti».

Gli editori senza interessi

«Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio, in occasione dei cinque anni del quotidiano Domani, ha tratteggiato in una lettera un'informazione che le piace. Innanzitutto, vorrebbe editori privi di conflitti di interesse». Si è aperto così il discorso di Formigli, che sul conflitto di interesse del governo ha fondato l’intero editoriale. Per il giornalista, la «nostra Meloni», come l’ha definita, si dimentica che l’editoria di destra sia proprio quel tipo di informazione che non dovrebbe piacerle. Quell’editoria «che la sostiene a spron battuto» con giornali «tutti in mano a un unico editore». Il riferimento è ad Antonio Angelucci che, oltre a possedere Libero, Il Giornale e Tempo è anche un deputato della Lega. Insomma, «un prototipo umano di conflitto di interesse semovente» lo ha definito il conduttore su La7.

Chi decide per il giornalismo

Altro punto scomodo secondo Formigli della lettera di auguri a Domani è il passaggio dedicato al giornalismo che deve informare e non fare propaganda politica. «Giustissimo, niente da dire, la domanda però è semplice, chi è che stabilisce cosa sia informare e che cosa sia propaganda politica?», si è domandato, Meloni «pensa che tocchi ai partiti dare le patenti ai giornalisti?».

Il riferimento è poi andato al trattamento spesso riservato ai media da parte della presidente, come quando, ricorda Formigli, si è spesso sottratta alle domande della stampa.

L’attacco di Fratelli d’Italia

L’accusa del conduttore è forte: il «principale partito di governo attacca i giornalisti di una rete privata, contestandoci di non aver parlato giovedì scorso dell'omicidio terribile di Charlie Kirk». Formigli ha ricordato anche che per questo motivo sulla pagina social ufficiale di Fratelli d’Italia è stata proposta una scaletta del programma che Piazzapulita avrebbe dovuto mandare in onda. «La ringrazio molto del pensiero» chiude il giornalista, «ma noi presidente le scalette, ce le scriviamo da soli. Magari provi con il Tg1».

«Noi non lo faremmo mai»

«Cara presidente, cosa avremmo dovuto pensare tutti noi il 9 ottobre del 2021». Si è avviato così alla conclusione del suo editoriale. Il riferimento è all’assalto di quattro anni fa alla sede della Cgil di Roma, che Formigli definisce di matrice neofascista. Il presentatore non solo accusa la presidente di non aver voluto riconoscere i responsabili dell’attacco, ma ricorda anche che a guidarlo furono «due sue vecchie conoscenze (di Meloni), i neofascisti violenti Fiore e Castellino».

Infine la chiusa del discorso con cui Formigli si distanzia del tutto da Meloni: «Noi non ci permetteremo mai di dire che tacendo lei sulla matrice neofascista che pure ben conosceva di quell'assalto eversivo, di fatto appoggiò quell'atto eversivo criminale, noi non lo faremmo mai».

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