Il caso della morte delle gemelle Kessler ha riacceso il dibattito sul fine vita, sollevando interrogativi etici e legali sulla libertà di scelta. In Europa è regolato in maniera molto diversa. Spagna e Portogallo hanno le norme più all’avanguardia. Come funziona negli altri paesi
La morte delle gemelle Kessler ha riportato al centro dell’attenzione il tema del suicidio assistito, suscitando nuove domande e interessi in Italia e in altri paesi Ue. Due donne che hanno fatto la storia della televisione, che hanno intrapreso una carriera di grande successo, iniziata e terminata insieme.
Che fossero d’accordo con il suicidio assistito non era un segreto, ne parlavano da anni. Alice ed Ellen Kessler, dopo una vita di spettacolo, cultura e gossip avevano deciso di trasferirsi in un appartamento vicino Monaco di Baviera e hanno deciso di morire l’una accanto all’altra, decidendo il giorno della propria fine. Così hanno riportato al centro del dibattito le norme e le condizioni per accedere al suicidio assistito.
Nell’Unione europea l’eutanasia legalizzata e il suicidio assistito non sono regolamentati nello stesso modo. Ci sono modi e tempi diversi. Per capire queste differenze tra i vari paese membri, bisogna distinguere tra l’eutanasia e la pratica del suicidio assistito.
Si presuppone prima di tutto la volontà della persona, che deve essere cosciente di voler porre fine alla propria vita. La differenza risiede sostanzialmente nell’atto di somministrazione della dose letale: nel primo caso, a somministrare il farmaco è un medico; nel secondo è lo stesso paziente ad auto-somministrarsi la dose, anche se rimane l’assistenza medica sia per l’ottenimento del farmaco che per le procedure necessarie.
Germania
In Germania, dal 2020 il suicidio assistito non è più reato. La Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto fondamentale all’autodeterminazione riguardo la morte, dichiarando incostituzionale una norma che lo proibiva. Secondo i criteri decisi dalla Corte il 26 febbraio 2020, è possibile autodeterminarsi la morte anche se non si è malati terminali o se non si hanno dolori insopportabili o malattie psichiatriche. La pratica non è comunque automaticamente consentita, bisogna prima dimostrare che si agisce responsabilmente e per propria volontà.
Le gemelle Kessler hanno seguito l’iter individuato dalla Corte, ricevendo prima una visita da un legale, che si è accertato della volontà cosciente della scelta. Poi da un medico, che dopo una visita psicologica, ha preparato il farmaco dandolo alle pazienti che lo hanno autosomministrato provocandosi un arresto cardiaco.
Alla decisione della Corte sono seguiti due disegni di legge arrivati al Bundestag nel 2023, che però non sono ancora diventati legge.
Francia
In Francia l’eutanasia attiva e il suicidio assistito non sono legalizzati. Tuttavia, vi è una distinzione tra eutanasia attiva e passiva. La prima riguarda la somministrazione diretta da parte di un medico ed è vietata. Quella passiva invece è regolata dalla legge Claeys-Leonetti del 2016 e consente la sedazione profonda e continua fino alla morte.
Nel maggio 2025, l’Assemblea nazionale ha approvato in prima lettura la proposta di legge sulla morte assistita, con 305 voti a favore e 199 contrari. La presidenza Macron vorrebbe infatti lasciare in dote una legge sul fine vita che riguardi casi non più curabili o di profonda sofferenza. Ora occorre il via libera del Senato e potrebbe diventare legge nel 2027, anno in cui si svolgeranno le prossime presidenziali.
Gli esempi di Belgio e Spagna
Situazione ben diversa in Spagna, dove sia il suicidio assistito che l’eutanasia sono state legalizzate solo in determinate circostanze a partire da giugno 2021. Le condizioni per farne richiesta prevedono dei parametri rigidi: un consenso chiaro, la maggiore età, essere cittadini spagnoli o risiedere legalmente nel paese per almeno 12 mesi e, infine, avere una grave malattia difficilmente curabile. Successivamente, la Commissione di Garanzia e Valutazione provvederà ad approvare o rifiutare il caso.
In Portogallo la depenalizzazione e la conseguente legalizzazione della morte medicalmente assistita – eutanasia e suicidio assistito – è stata approvata nel maggio del 2023. Tuttavia, la mancata pubblicazione e implementazione dei regolamenti attuativi ha, per ora, bloccato la sua applicazione pratica. Anche in questo caso, come in Spagna, servono le stesse regole di accesso con la possibilità per i medici dell’obiezione di coscienza. Sia quella spagnola che quella portoghese rappresentano le due leggi più recenti e innovative in materia di fine vita nel contesto europeo.
Nei paesi del Benelux sono state approvate le prime leggi che legalizzano la morte medicalmente assistita. Il Belgio è sicuramente il caso più particolare: dal 2014 è diventato il primo paese al mondo in cui le pratiche del fine vita sono ammesse anche per i minori, previo consenso certificato. In Belgio il fine vita è legale dal 2002. Secondo stato, dopo i Paesi Bassi, a rendere legale l’eutanasia attiva.
Svizzera
La Svizzera è stata invece il primo paese al mondo a legalizzare il suicidio assistito, mantenendo comunque illegale l’eutanasia attiva. La particolarità è il fatto che non è prevista l’assistenza medica.
Per questo ci sono diverse associazioni che si mettono a disposizione per dare assistenza nella pratica di auto-somministrazione del farmaco. Anche l’Austria ha legalizzato la morte medicalmente assistita ma solo se residenti permanenti nello stato.
L’Italia
In Italia il solco tracciato tra l’eutanasia e il suicidio assistito rimane ampio: se la prima rimane illegale e praticarla è un reato, per il secondo caso vi è un’apertura a partire dalla sentenza della Corte costituzionale numero 242 del 2019 riguardante il caso Cappato-Antoniani, dove è stato stabilito come non sia punibile l’aiuto al suicidio medicalmente assistito in determinati casi.
Nello specifico, il paziente deve essere pienamente capace di intendere e volere, deve essere affetto da una patologia irreversibile che causa sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili e dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Le procedure assistenziali a quel punto dipendono dalle leggi regionali. Ad esempio, la regione Toscana il 14 marzo 2025 è stata la prima ad approvare una legge sul suicidio assistito. L’11 giugno è stata effettuata la prima morte assistita. Il parlamento è stato chiamato a regolare la materia, ma è ad oggi paralizzato. Così il paese resta senza una normativa chiara sul suicidio assistito.
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