Dopo due lettere aperte alle istituzioni italiane ed europee e un fiume di polemiche, il concerto del musicista russo, atteso il 27 luglio alla Reggia di Caserta, non si farà più. Memorial denuncia l’uso politico della cultura e invoca controlli sui fondi pubblici. L’ambasciata russa: «Un danno non alla Russia ma all’Italia stessa»
Dopo lettere aperte alle istituzioni europee e italiane, raccolte firme e tantissime polemiche, è stato annullato il concerto del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev nella Reggia di Caserta, inizialmente previsto per il 27 luglio nell'ambito della rassegna Un'Estate da Re. La comunicazione è arrivata lunedì 21 luglio dalla Direzione della Reggia di Caserta.
«Non chiediamo di mettere a tacere l’arte, ma di togliere visibilità a una figura apertamente connivente e complice di una linea politica che l'Europa, d’altra parte, detesta e contrasta», scrivevano nei giorni scorsi premi Nobel, scrittori, direttori d’orchestra e politici in un appello alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al governatore della Campania Vincenzo De Luca.
In poco meno di un giorno, più di 700 firmatari si erano uniti per inviare due lettere. Il casus belli risale a qualche giorno fa: Gergiev, noto direttore d’orchestra russo e sostenitore del governo di Vladimir Putin, era stato invitato alla rassegna "Un’estate da Re" alla Reggia, programmata e finanziata dalla Regione Campania.
Negli ultimi giorni, il livello dello scontro si era alzato al punto che si temeva per possibili manifestazioni di protesta organizzate da associazioni ucraine per domenica sera.
Le reazioni
In merito all’annullamento dell’esibizione, l’ambasciata russa italiana ha commentato in una nota: «Coloro che pensano che la cancellazione del concerto di Valery Gergiev danneggerà la Russia si sbagliano profondamente: piuttosto, sarà inflitto un danno all'Italia stessa, che in questo modo mina la propria autorità e fa dubitare la sua ospitalità».
Il concerto era stato confermato dal presidente De Luca, che aveva respinto ogni accusa e ha pubblicato un video intitolato "Cessate il fuoco", in cui rivendicava le numerose iniziative della Regione Campania per la pace in Ucraina e a Gaza. Secondo De Luca, il concerto rappresentava un’iniziativa culturale che mira a mantenere aperti i canali del dialogo, senza confondere arte e politica.
Ma le reazioni sono state durissime. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha ricordato che «l’arte è libera, ma la propaganda è un’altra cosa». Per Giuli, il concerto rischia di diventare una cassa di risonanza per la narrazione putiniana. La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno ha sottolineato che la presenza di Gergiev viola il regolamento etico della Reggia di Caserta, che esclude eventi legati a soggetti che violano i principi dell’agenda 2030 dell’Onu. Dello stesso parere anche Carlo Calenda, Mara Carfagna e altri esponenti politici.
A rafforzare queste preoccupazioni è arrivata anche la recente rappresentazione dell’opera Semjon Kotko al Bolshoj di Mosca, diretta proprio da Gergiev e prodotta da Sergej Novikov, funzionario dell’amministrazione presidenziale russa.
Prima dell’inizio, sul palco sono state proiettate slide con messaggi di propaganda esplicita: si parlava, ad esempio, della presa del potere da parte di una “giunta” a Kiev, della nascita della Repubblica Popolare di Lugansk come risposta alla repressione, e dell’intervento dell’esercito russo nel 2022 per difendere la popolazione del Donbass.
Per la Fondazione anti-corruzione dei collaboratori di Julija Navalnja, vedova del dissidente morto in carcere Aleksej Navalny, è l’ennesima prova che l’arte di Gergiev è tutt’altro che neutra: «È un’arma del Cremlino», hanno scritto, ribadendo l’appello a non accoglierlo in Italia.
Chi è Valerij Gergiev
Valerij Gergiev, 72 anni, è uno dei direttori d’orchestra più celebri del mondo. È direttore del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e ha diretto numerose orchestre internazionali. Si è esibito anche al Bolshoj di Mosca, dove recentemente ha diretto l’opera Semjon Kotko.
Gergiev è anche un sostenitore pubblico e convinto di Vladimir Putin, con cui intrattiene un rapporto d’amicizia da diversi anni.
Dopo l'annessione della Crimea nel 2014, il direttore d’orchestra ha partecipato a eventi celebrativi sponsorizzati dal Cremlino. All’inizio della guerra in Ucraina, nel 2022, si è rifiutato di prendere le distanze dal presidente Vladimir Putin, venendo per questo escluso da numerose istituzioni occidentali: la Scala di Milano, la Filarmonica di Monaco, la Carnegie Hall e altre. Nel luglio 2023, il governo canadese ha inserito il suo nome nella lista delle persone sanzionate per il suo ruolo nella diffusione della propaganda del Cremlino e per il sostegno al regime di Vladimir Putin.
L’appello dei firmatari e di Memorial Italia
Oltre all’annullamento del concerto, le richieste avanzate nella lettera a von der Leyen e De Luca includevano l’apertura di un’inchiesta sull’utilizzo di fondi pubblici per eventi legati alla propaganda russa nel territorio Ue, e l’istituzione un fondo culturale per tutti quegli artisti che si oppongono al regime putiniano.
Memorial Italia, filiale italiana dell’organizzazione moscovita per i diritti umani, ha consegnato la seconda lettera ai presidenti della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana e del senato della Repubblica Ignazio La Russa. L’associazione ha riportato i casi di diffusione della propaganda del Cremlino in Italia, sottolineando come «il recente invito a Caserta, unico caso a livello europeo se non mondiale, del capo d’orchestra» si inserisce «in questo uso strumentale della cultura – ammantata di un astratto “pacifismo” o mascherata come “libertà di opinione”».
Nel testo, Valerij Gergiev viene presentato come «direttore d’orchestra di indiscussa caratura, ma aperto ed entusiasta sostenitore di Putin e sua lampante arma di infiltrazione culturale e whitewashing».
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