Il parlamento della Lettonia ha approvato oggi una risoluzione in cui si definisce la Russia come «uno stato che promuove il terrorismo» e in cui si dice che le azioni che l’esercito russo sta portando avanti in Ucraina rappresentano un vero e proprio “genocidio contro il popolo ucraino”. Il parlamento lettone ha inoltre lanciato un appello ad altri paesi europei perché si esprimano con maggior forza rispetto all’attacco russo e perché nell’Unione europea si proibisca il rilascio di visti ai cittadini della Russia e della Bielorussia

L’Estonia ha subito appoggiato la proposta lettone e il loro ministro degli Esteri, Urmas Reinsalu, ha dichiarato di voler presentare già questo mese alla Commissione europea una proposta per vietare ai cittadini russi di ricevere visti per l’aria Schengen.

Le iniziative dei due paesi baltici non sono isolate e seguono a proposte simili arrivate dalla Finlandia e sempre dal governo lettone nelle scorse settimane. Inoltre una linea più dura può essere spiegata anche come conseguenza della visita del segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, a Riga di pochi giorni fa. Evento importante anche perché non succedeva da 27 anni.

L’impegno militare americano nei paesi baltici

Nella conferenza stampa che presentava la visita, Austin ha dichiarato la volontà statunitense di portare avanti nuove e più grandi esercitazioni militari nel paese e in generale in tutta la zona dell’Europa orientale. Inoltre gli Stati Uniti hanno garantito che, se la situazione lo richiedesse, si impegnano a mandare truppe americane sul suolo lettone, spostandole molto probabilmente dalle basi in Romania e che in caso la Lettonia fosse attaccata gli Stati Uniti interverrebbero in sua difesa, come stabilito dall’articolo 5 del trattato Nato.

Sempre in questa occasione, il ministro della Difesa lettone, Artis Pabriks, ha ribadito l’importanza per Riga di ricevere un continuo addestramento militare da parte dell’esercito americano e un maggiore supporto economico per l’acquisto di materiale bellico in grado di rafforzare le difese aeree e marine. 

La questione Gazprom

L’approvazione del parlamento della risoluzione sulla Russia è avvenuta poche ore dopo che la società energetica russa Gazprom aveva riaperto i rubinetti di gas verso la Lettonia. Il rifornimento di gas era stato interrotto dal 30 luglio, ufficialmente per violazioni delle condizioni contrattuali da parte dello stato baltico.

La Lettonia però non ha intenzione di rimanere sotto il ricatto russo e ha stabilito di chiudere il contratto con Gazprom entro il 2023, mettendo in piedi un piano che le permetta di raggiungere l’autosufficienza energetica. 

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