Le Langhe hanno sempre più notorietà e importanza nel panorama turistico ed economico nostrano. I dati sul turismo in Piemonte relativi al 2023 registravano un record di 6 milioni di arrivi e 16 milioni di presenze in regione (su un totale italiano di 133,6 milioni di arrivi e 447,2 milioni di presenze). In particolare le colline di Langhe, Roero e Monferrato – parte del patrimonio mondiale Unesco dal 2014 – hanno attirato quasi 670mila arrivi e oltre 1,4 milioni di presenze, numeri inferiori solo a Torino e all’area dei laghi Maggiore e d’Orta. Grande attrattiva di questo territorio è il settore enogastronomico, rinomato soprattutto per i suoi vini.

Proprio per questo, le colline delle Langhe si trovano in una situazione delicata dopo le modifiche al Codice della strada, che hanno allarmato le persone a proposito della guida dopo aver consumato alcolici, nonostante non ci siano state modifiche al limite di alcool consentito nel sangue, ma solo alle sanzioni.

Oltre a intervenire – non senza contestazioni – sulle regole per monopattini, biciclette e consumo di stupefacenti, il decreto di modifica voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha inasprito le multe e le pene per chi viene trovato alla guida in stato di ebbrezza, che variano a seconda del livello di alcool nel sangue (gli “scaglioni” in base ai quali aumenta la sanzione sono da 0,5 a 0,8 g/l, da 0,8 a 1,5 g/l e sopra 1,5 g/l).

Nonostante le rassicurazioni del ministero, si sono alzate sempre più numerose le voci di ristoratori che hanno cominciato a riferire preoccupati di una diminuzione negli ordini di vino, da parte dei clienti, durante i pasti. Anche nelle Langhe questa preoccupazione si sente, anche se non da parte di tutti i gestori.

Voci dalle Langhe

Tra i locali contattati da Domani c’è la Locanda in Cannubi a Barolo, paese dell’omonimo vino rosso. Il gestore, Gianni Bertolini, ammette che nelle feste appena passate «un cambio purtroppo c’è stato» e che «la sera è il momento in cui la gente ha più paura». A differenza del passato, a un tavolo per due si tendono a prendere soltanto due calici di vino e, in uno da sei/otto persone, si acquista solo una bottiglia.

Sempre più di frequente i clienti si organizzano scegliendo chi di loro non consumerà alcolici. Bertolini riferisce anche che le degustazioni nell’azienda vinicola da cui acquistano come ristorante non sono diminuite, anche se vengono fatte «più volentieri di giorno».

Meno preoccupazioni arrivano invece da Barbaresco, dove Alfredo Voci – restaurant manager dell’osteria Campamac – spiega che nelle feste i consumi sono scesi leggermente, «una piccola variazione» che però non preoccupa: «È giusto, in generale, ridurre un po’ gli alcolici». Una soluzione, per il futuro, potrebbe essere «impreziosire l’offerta di vini al calice».

Voci tuttavia punta il dito contro la «cattiva informazione» sul nuovo Codice e sposta lo sguardo più in là: «Il problema non è la legge, ma le infrastrutture che vanno ampliate. Nelle Langhe non ci possono essere tre taxi, soprattutto dopo questa legge. Quando si prende un provvedimento è giusto pensare alle conseguenze e mettere le persone nelle condizioni di potersi comunque godere la cena o il pranzo».

Aumenta il consumo di calici

Anche ad Alba, “capitale” delle Langhe e sede della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, le reazioni sono contrastanti. Sebbene si tratti di un luogo in cui non bisogna usare per forza raggiungere in auto i ristoranti, la clientela è in gran parte proveniente da fuori.

Marta Amato, titolare del ristorante Museum, non vede un particolare impatto della nuova normativa: «Al momento non abbiamo riscontrato variazioni rispetto a Natale dell’anno scorso. La richiesta di calici è già in aumento da un po’ di anni». Come molti altri locali, Museum offre la possibilità di portarsi via la bottiglia acquistata se non finita, e anche di fare l’alcool test.

Alla Trattoria del bollito il «chiacchiericcio dei media ha influito – spiega il titolare –. In questi giorni tanti clienti facevano molto riferimento alla “legge Salvini”». Si è notata, ci racconta, una riduzione sensibile del consumo di bottiglie, non ancora quantificabile e che magari tra qualche mese sarà rientrata. Ma se questo calo proseguisse «metterà in difficoltà tutti, ma adesso la cosa è troppo fresca. La prova del nove sarà Vinum e poi la Fiera».

L’impatto su Vinum e la Fiera del tartufo bianco

Il riferimento è ai due maggiori eventi albesi sull’enogastronomia: il primo si terrà con degustazioni per le vie della città tra fine aprile e inizio maggio.

Stefano Mosca – direttore generale dell’Ente fiera, che organizza le due rassegne – ammette che c’è un po’ di preoccupazione, visto che i timori per il nuovo Codice si aggiungono anche a una fase già in corso di calo dei consumi di alcolici e a possibili nuovi dazi internazionali.

A livello statistico, Mosca riferisce che comunque, negli ultimi anni, non ci sono stati aumenti degli incidenti per guida in stato di ebbrezza riconducibili a Vinum e che il pubblico degli ultimi anni – in gran parte tra i 18 e i 35 anni – ha dimostrato spesso consapevolezza nel consumo di alcool. In ogni caso l’Ente si impegnerà a mettere in campo alcune azioni: «Prevederemo orari leggermente modificati, la possibilità di farsi dei controlli, invitando a non salire subito in auto dopo la degustazione».

Il problema delle infrastrutture per i trasporti però è un tema cruciale e «non è un problema solo delle Langhe e di Alba – spiega Mosca –. Se vengono imposte determinate regole, lo stato deve offrire alternative». Per questo, per Vinum verrà anche richiesto di «intensificare le corse dei treni e solleciteremo quelle nei giorni festivi, che sono i giorni critici per l’evento».

Intanto, la questura competente, quella di Cuneo, contattata da Domani, ha riferito che è in corso un monitoraggio, ma che finora non ci sono stati picchi di sanzioni nella zona, come per esempio il ritiro immediato della patente. La casistica, per il momento, rientra nell’ordinario: che sia per un effettivo minor consumo o per una maggiore attenzione non è ancora possibile saperlo. Il settore enogastronomico, però, si aspetta qualche tipo di intervento.

© Riproduzione riservata