Il capo di gabinetto di Giorgia Meloni ha una rara abilità nel panorama istituzionale: colleziona incarichi pubblici e allo stesso tempo, tramite società in tutto o in parte a lui riconducibili, incassa appalti e consulenze da enti che fanno capo ai ministeri o, persino, in aziende in cui lo stesso Caputi svolge compiti di vigilanza.

Lo dimostra l’ultimo caso che Domani ha ricostruito e che riguarda una società controllata dal ministero dell’Agricoltura, nella quale il braccio destro di Meloni è presidente dell’organismo di vigilanza.

Si tratta di Unirelab, società che fa capo al dicastero guidato da Francesco Lollobrigida. Dai documenti consultati da Domani risulta che a fine 2020 Unirelab ha affidato la scrittura del suo codice etico a una società legata a Caputi, il quale, alcuni mesi prima ,era stato anche nominato presidente dell’organismo di vigilanza della stessa Unirelab.

L’intreccio si complica ancora, se si considera che il professionista romano, futuro capo di gabinetto di Meloni, fino a novembre 2020 è stato anche responsabile per la prevenzione della corruzione e trasparenza di Unirelab.

Corsi e ricorsi

In questa nuova puntata dell’inchiesta di Domani sul fedelissimo della premier a Palazzo Chigi, vedremo ritornare società e indirizzi che abbiamo imparato a conoscere nelle scorse settimane.

Aggiungendo un elemento in più: un nuovo affidamento, che si somma alle tante commesse ricevute negli ultimi anni dalle società legate alla famiglia Caputi: dal Consiglio nazionale del notariato, di cui Caputi è stato anche consulente, fino a Invitalia e l’Istituto tecnologico italiano.

I fatti relativi all’affidamento di Unirelab risalgono al dicembre del 2020, quando l’attuale capo di gabinetto di Palazzo Chigi ancora non era ritornato nella burocrazia ministeriale: lo avrebbe fatto qualche mese dopo, a marzo 2021, chiamato al ministero del Turismo dal leghista Massimo Garavaglia sempre come capo di gabinetto.

Dunque, il 1 dicembre 2020 Unirelab con una determina assegna la revisione del «modello unitario di organizzazione, gestione e controllo integrato con le misure della prevenzione della corruzione e della trasparenza».

Il mercato pullula di studi e ditte che avrebbero potuto offrire una consulenza di questo tipo. Eppure la scelta è ricaduta su Spin Consulting, attiva, appunto, nell’ambito della consulenza.

Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, Spin conta tra i suoi soci la Servizi Professionali Evoluti (Spe) di proprietà della famiglia Caputi, e Gennaro Terracciano, avvocato, prorettore dell’Università del Foro Italico e consulente del ministro dell’Interno.

Terracciano ricopre un importante ruolo per volere del governo Meloni: la scorsa primavera è stato nominato presidente di 3-i, la società che si occupa della gestione dei sistemi informatici di Istat, Inps e Inail.

Ma torniamo all’affidamento del dicembre 2020: Unirelab, dicevamo, affida l’incarico a Spin Consulting, che aveva presentato un primo preventivo da 25.500 euro, inferiore di 7.500 euro a quello di un’altra società che si era proposta per la scrittura del documento. Unirelab, tuttavia, ha chiesto un ulteriore ribasso «considerato che è una piccola società». Ribasso che è stato prontamente accordato da Spin che ha ridotto le richieste di oltre 10mila euro.

Affare fatto, insomma. A quel tempo Caputi però era già consulente della società del ministero dell’Agricoltura: quattro mesi prima, ad agosto, era diventato il responsabile dell’organismo di vigilanza monocratico.

Un incarico triennale da 15mila euro l’anno. Caputi ricopre ancora oggi questo ruolo, che gli è stato rinnovato la scorsa estate per un altro triennio, ma con un compenso totale di 15mila euro, inferiore di un terzo al precedente.

La girandola di incarichi

Il ruolo di responsabile dell’organismo di vigilanza era stato assegnato a Caputi nell’agosto 2020. Con quella decisione gli viene assegnato anche un secondo incarico: quello di responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Non sappiamo se fosse previsto un ulteriore compenso, sappiamo però che Caputi ha lasciato quell’incarico il 20 novembre 2020. Dieci giorni dopo, Spin si è vista assegnare l’incarico per la revisione del modello unitario di organizzazione, gestione e controllo.

Passano altre tre settimane e il 22 dicembre, Unirelab firma un altro affidamento: un incarico di consulenza legale a Gennaro Terracciano. Il compenso, per sei mesi dal 1 gennaio al 30 giugno 2021, è di 18mila euro.

Nel momento in cui Terracciano riceve questo incarico è socio della Spin Consulting - che da poco si è aggiudicata il contratto con Unirelab - attraverso la società Seprim Srl.

Il rapporto dell’avvocato amico di Caputi con la società del ministero rimane solido negli anni: il 16 dicembre 2021, la sua consulenza viene prorogata per i primi sei mesi del 2022. Scaduto questo contratto, Terracciano ha proseguito nella collaborazione con Unirelab per “l’assistenza amministrativa giuridica” fino a luglio 2025, 32mila euro l’anno.

Tutto questo mentre a Palazzo Chigi crescono i mugugni per il potere accumulato da Caputi, che mentre svolge il delicato incarico affidatogli da Giorgia Meloni continua a mantenere ruoli e incarichi in numerose di società.

Qualche dubbio sull’opportunità sorge anche tra i colonnelli di Fratelli d’Italia. Perché temono che questi affari forieri di potenziali conflitti di interesse possano prima o poi creare qualche problema alla loro leader in una fase delicata, con le elezioni alle porte.

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