Nell’undicesimo anno di papa Francesco, la Santa sede ha inaugurato un nuovo approccio nella gestione delle crisi che scoppiano e si ridimensionano in dicasteri vaticani. Lo abbiamo visto con Fiducia supplicans, la dichiarazione apostolica sulla benedizione delle coppie irregolari, svuotata parzialmente della sua operatività dopo la resistenza dei vescovi di Africa e Madagascar e con l’intervento diretto del cardinale Fridolin Ambongo. Una giravolta simile è avvenuta due giorni fa con Martin Lintner, teologo dell’ordine dei Servi di Maria, a cui nel 2023 la Santa sede non aveva concesso il nulla osta per la nomina alla presidenza dello Studio teologico accademico di Bressanone.

Salvo ritrattare, un anno dopo: il 1° settembre, infatti, Lintner assumerà l’incarico di preside dell’istituzione teologica che è integrata nella rete della Facoltà Teologica del Triveneto e allo stesso momento ha delle collaborazioni con la facoltà teologica dell’Università di Innsbruck come pure con la Libera Università di Bolzano. Lintner, che continua con l’insegnamento e la ricerca teologica, si dice soddisfatto: «È il segno di un clima nuovo nei rapporti tra magistero e teologia. Vedo la concessione di questo nulla osta come espressione di uno stile nuovo e orientato alle soluzioni del dicastero per la Cultura e l'Educazione. È positivo che il prefetto e il segretario del Dicastero siano stati aperti al dialogo con il mio vescovo e che entrambe le parti abbiano cercato di raggiungere un'intesa obiettiva».

La paura del sesso

Capire perché il dicastero per la Cultura e l’Educazione cattolica nel 2023 non abbia concesso al teologo il nulla osta è come cercare l’ago in un pagliaio. Presidente della Società europea di teologia cattolica dal 2013 al 2015, della Rete Internazionale delle Associazioni di Teologia Cattolica dal 2014 al 2017 e dell’Associazione internazionale di teologia morale dal 2017 al 2019, Lintner ha fama di ricercatore autorevole: «Le ragioni non mi erano state neppure comunicate apertamente, ma sembra che abbiano a che fare con la pubblicazione del mio libro La riscoperta dell’Eros, che nel 2011 è stato denunciato in Vaticano da almeno due persone rimaste anonime» aveva confessato.

Il saggio (edito in Italia da EDB, 2015) slega il sesso dai nodi del peccato e del senso di colpa, mostrandone invece anche il valore spirituale. Dopo una segnalazione in Vaticano, nel 2012 il teologo è stato interrogato dalla congregazione per la Dottrina della fede, che non ha trovato contraddizioni col magistero della chiesa, pur chiedendo di chiarire alcuni punti, come quello sull’omosessualità e sui divorziati risposati. Perché i dicasteri vaticani abbiano prima negato, poi concesso la nomina a preside di un istituto cattolico resta, quindi, un mistero.

Francesco, la vittima

Per l’ex priore del santuario di Pietralba, Lino Pacchin, teologo dei Servi di Maria, lo stesso ordine religioso di Lintner, il niet del 2023 sarebbe stato «un attacco a papa Francesco». Mettere la decisione su una nomina così importante nel solco delle presunte frizioni tra il papa e la frangia curiale è sicuramente funzionale alla prosopopea della vittima alimentata dallo stesso pontefice nei suoi ultimi resoconti biografici, ma evita di puntare i riflettori sull’unica persona coinvolta, cioè Lintner stesso, che chiarisce: «Non sono stato coinvolto attivamente al processo di questo chiarimento».

Oggi spiega: «L'intera vicenda certamente non è stata piacevole, ma non mi ha turbato così tanto da togliermi il sonno. Ho continuato a concentrarmi sul mio lavoro teologico. Per me, il fattore decisivo e allo stesso momento sufficiente è che le riserve contro di me sono state superate, anche per quanto riguarda le mie pubblicazioni». Proprio per questo, il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, aveva rinunciato al ricorso contro la prima decisione, cercando piuttosto il dialogo con le autorità vaticane nello spirito di Veritatis Gaudium, la Costituzione apostolica promulgata da papa Francesco sulla formazione accademica: «Si fa oggi sempre più evidente che c’è bisogno di una vera ermeneutica evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gli uomini […]. Il teologo che si compiace del suo pensiero completo e concluso è un mediocre. Il buon teologo e filosofo ha un pensiero aperto, cioè incompleto, sempre aperto al maius di Dio e della verità, sempre in sviluppo».

Teologia nuova

Spiega Lintner: «Come teologo non insegno solo le mie opinioni personali, ma rifletto sulla fede cristiana e sulla dottrina della Chiesa. La teologia deve affrontare le questioni critiche che una società secolare pone alla Chiesa e alla fede in generale e deve riflettere criticamente sulla dottrina della Chiesa, poiché il suo compito non è solo l'esposizione catechistica della fede.

Ciò significa che, pur nella sua fedeltà al Magistero, deve anche pensare oltre e andare avanti». La sua presidenza si pone questa missione. Peraltro, lo Studio teologico accademico di Bressanone è l’unica realtà teologico-accademica italiana che istituisce regolari concorsi pubblici per la nomina dei suoi docenti.

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