- Guidate da Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del reggimento Denis Prokopenko, le quattro donne sono arrivate a Roma per denunciare l’assedio per mano dell’esercito russo dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove al momento stanno combattendo i loro mariti.
- Hanno presentato una proposta di accordo chiara: vogliono un’evacuazione sicura per i membri del reggimento verso un paese terzo in cambio di garanzie scritte di non combattere più fino alla fine della guerra.
- Indubbiamente la visita è delicata politicamente, tanto che non sono state accolte nell’ambasciata ucraina a Roma ma in quella della Santa sede. «Sono in visita come cittadine ucraine, non come delegazione ufficiale. Le abbiamo incontrate per fornire supporto e contatti con la stampa italiana, ma le proposte che avanzano non sono in nome del governo», dicono dall’ambasciata ucraina presso la Santa Sede.
Da giorni in Italia le storie delle mogli dei soldati del battaglione di estrema destra Azov trovano spazio nei quotidiani e nei salotti televisivi come quello di Porta a Porta. Guidate da Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del reggimento Denis Prokopenko, le quattro donne sono arrivate a Roma per denunciare l’assedio per mano dell’esercito russo dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove al momento stanno combattendo i loro mariti, e diffondere attraverso la stampa una proposta di ac



